Bombardamento su Treviso. In mille in coda a San Nicolò per il concerto della memoria, nella chiesa le arie di Bach

Martedì 9 Aprile 2024 di Elena Filini
Bombardamento su Treviso. In mille in coda a San Nicolò per il concerto della memoria, nella chiesa le arie di Bach

TREVISO - Passione secondo Giovanni. Ed è come riportare indietro l'orologio agli anni Ottanta, quando Treviso ribolliva di talento ed esperienze giovanili che guardavano al repertorio antico come a un modo nuovo di fare musica. Gli anni di “Cantate Domino”, quelli che rivelarono Andrea Marcon e i Sonatori de la Gioiosa Marca, Mario Brunello, Carlo Rebeschini. Fare la fila davanti a San Nicolò non è un peso: conforta anzi pensare che mille persone abbiano regolato la propria giornata sulle 15.45, ora di inizio del concerto. Quando Andrea Marcon torna a Treviso lo fa sempre alla sua maniera. In questo caso per i trecento anni dalla Passione secondo Giovanni (ricorrenza che in Italia solo Treviso e Perugia hanno omaggiato) ma soprattutto per gli 80 anni dal bombardamento del 7 aprile.

L’ATMOSFERA

L'atmosfera a San Nicolò era carica di un sentimento non chiaramente definibile. Quasi Treviso si fosse sentita più città, più comunità. Da questa chiesa immensa, che ricorda nella verticalità le cattedrali del centro Europa, centrata dagli ordigni nel 1944 ma non distrutta perchè la bomba era difettosa e non esplose, risuona la musica di Johann Sebastian Bach. Quasi una sinfonia d'addio per chi ha visto chiudere il cerchio della propria vita in quel 7 aprile, ma insieme un momento di riflessione prezioso per l'oggi, come ha ricordato il vescovo Michele Tomasi nell'introduzione al concerto. «Trecento anni fa a Lipsia la prima della Passione secondo Giovanni - introduce Raffaele Mellace, presidente della società bachiana italiana e ospite il giorno prima di un convegno tutto dedicato al capolavoro bachiano - Il mondo è cambiato ma Bach rimane.

E questa Passione è un affresco drammatico contemporaneo, in cui i corali sono la preghiera e le arie oasi meditative sul senso della nostra vita di fronte alla passione che ci scorre davanti».

LA PERFORMANCE

L'esecuzione di Andrea Marcon alla testa di Frau Musika privilegia il nitore e la geometria della costruzione armonica. Tra i solisti, Raphael Hohn è un Evangelista di rara efficacia. Il colore è rotondo e omogeneo in tutti i registri, l'approccio narrativo non tralascia le emozioni e il dettato drammatico di una storia densa e tragica come quella della morte di Cristo. Il Jesus di Christian Wagner vive quasi fisicamente la Passione, con bel timbro e naturale immascheratura del suono. Qualità queste che compensano qualche perfettibilità tecnica (nel registro acuto e nell'appoggio) e regalano al ruolo una sua efficacia. Sara Mingardo è e sarà la voce di contralto più emozionante dell'ultimo cinquantennio. Lacrime diffuse per il suo Es ist Vollbracht con la magnifica viola concertante di Teodoro Baù. Gunta Smirnova ha voce facile alle colorature e sicura in acuto. Il suo Bach è molto “nordico” e forse per il pubblico italiano manca un po' di calore, ma si fa apprezzare nell'aria Zerfliesse, mein Herze. Si segnala buon apporto del Pilatus di Guglielmo Buonsanti; completa il cartellone il tenore Jackob Pilgram. Una menzione speciale per il coro del Friuli Venezia Giulia preparato da Cristiano Dell'Oste: una prova di grande valore che raggiunge momenti di particolare intensità dei momenti drammatici (come nel coro Waere diser Nich) mentre in Ruht wohl la linea melodica si apre in un pianto composto.

Ultimo aggiornamento: 17:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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