Autovelox bocciati in tangenziale, l'avvocato Capraro: «Gli automobilisti potrebbero denunciare per truffa»

Martedì 23 Aprile 2024 di Giuliano Pavan
L'avvocato Fabio Capraro nel 2015 aveva già vinto una causa contro gli autovelox in tangenziale

TREVISO - «Sono anni che il Comune è a conoscenza che gli autovelox fissi in tangenziale non sono omologati. E che comunque andrebbero tarati periodicamente. Non lo dico io, ma una sentenza del tribunale di Treviso, passata in giudicato, che ha annullato una multa comminata a un mio assistito. Era il 2 aprile 2015». A parlare è l’avvocato Fabio Capraro che, assieme al suo consulente Giorgio Marcon, ha trasformato la lotta contro i dispositivi di rilevazione della velocità in una vera e propria battaglia. Fatta di vittorie ma anche di sconfitte, a causa delle diverse interpretazioni che possono avere i giudici. Davanti all’ordinanza della Cassazione, che ha annullato la sanzione che era stata elevata all’avvocato Andrea Nalesso (che si è autodifeso presentando il ricorso, ndr), l’avvocato Capraro rivendica la paternità delle azioni mosse contro il Comune (e la polizia locale) riguardo il Red Speed Evo L2. «Mi fa specie che cadano tutti dalle nuvole, come se si fosse scoperta l’acqua calda - afferma il legale - Era evidente da tempo che quegli apparecchi non sono a norma di legge, che non basta cioè che siano approvati da chi li fornisce. Il codice della strada è chiaro, e parla di omologazione».

Se poi i criteri di omologazione non sono ancora stati codificati non è di certo, sottolinea i legale, colpa dell’automobilista.

LA FRONTIERA

Come detto, l’ordinanza della Cassazione può aprire un fronte senza fine di ricorsi. Basti pensare che nel 2023 gli autovelox della tangenziale di Treviso hanno rilevato oltre 45mila eccessi di velocità (nello specifico 45.072, oltre 123 ogni giorno, con relative multe spedite agli intestatari dei veicoli beccati a superare il limite di 90 chilometri orari), mentre nel 2022 erano stati addirittura 57.730, ossia più di 158 al giorno. Introiti milionari per Ca’ Sugana, che ora rischiano seriamente di sparire nel nulla mettendo in pericolo, come sottolineato proprio dal Comune, le risorse a disposizione per la manutenzione delle strade. C’è però un altro pericolo che si sta facendo strada: pur sapendo che gli autovelox sono irregolari (stando all’ordinanza della Cassazione) il Comune può rischiare qualcosa a livello penale? In potenza la risposta è sì, qualora la magistratura configurasse l’ipotesi di reato di truffa.

IL PERICOLO

Il ragionamento parte proprio dalla sentenza del 2015 con cui l’avvocato Capraro ha vinto il ricorso contro una multa comminata a un suo cliente. Da quel momento le multe sono continuate a essere elevate, sempre con lo stesso apparecchio. C’è chi ne ha presa una, chi invece diverse. «E se qualcuno decidesse di presentare un esposto per truffa per l’utilizzo “fuorilegge” dei velox?» si chiede Capraro. A quel punto la Procura dovrebbe valutare se ci siano o meno gli estremi per contestare, appunto, la truffa ai danni del promotore dell’azione legale. Sotto la lente finirebbe il settore della polizia locale di Ca’ Sugana responsabile, codice penale alla mano, «di essesi procurato un ingiusto profitto con altrui danno». Sul punto ci sarebbe pure il precedente riguardo “l’autovelox killer” di Cadoneghe, con il Comune che ha annullato in autotutela 59mila multe e l’ex capo dei vigli urbani rinviato a giudizio assieme a un agente per falso in atto pubblico.

Ultimo aggiornamento: 07:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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