TREVISO - Un'anomalia all'interno del "settore traente" dell'auto, quindi il comparto motore. Probabilmente un difetto dovuto alla batteria al litio per un incidente rarissimo. Queste le prime conclusioni cui è arrivato il nucleo di polizia giudiziaria dei Vigili del Fuoco dopo aver esaminato attentamente quel che è rimasto dell'auto elettrica, una Renault Zoe del 2020, andata a fuoco la notte scorsa in vicolo 7 Aprile 1944, subito dietro il "Panorama" di viale della Repubblica.
LE ANALISI
Gli esperti dei Vigili del Fuoco hanno fatto vari rilievi, approfondito le ricerche, arrivando a due conclusioni iniziali che sgombrano il campo da alcuni sospetti: «Per prima cosa abbiamo escluso che si sia trattato di un evento doloso - specificano dalla pg - eliminando quindi l'ipotesi di un qualsiasi intervento esterno». Una precisazione non da poco perché spazza via le voci di improbabili vendette girate nelle prime ore. L'auto era parcheggiata nel boxe-garage della villetta da poco messa a posto da una coppia di militari della Guardia di Finanza - Giovanni Dragone e Valentina Elia, marito e moglie in servizio rispettivamente al comando provinciale di Venezia e in quello di Treviso e genitori di un bambino di due anni - e non era attaccata a nessuna presa d'alimentazione.
LE SORPRESE
I tecnici hanno per prima cosa dovuto ammettere che quanto avvenuto è stato a dir poco eccezionale. Un caso del genere non si era mai verificato in provincia e, ancora ieri, erano in corso verifiche con altri comandi provinciali per scoprire se ci sono mai stati precedenti analoghi nel resto dell'Italia: «Stiamo parlando di una casistica di incidenti che, probabilmente, ancora non c'è», spiegano dai Vigili del Fuoco. Per ricostruire cosa potrebbe essere accaduto, ieri sono stati consultati esperti internazionali di ditte specializzate nella costruzione di componenti poi messi a disposizione dei grandi marchi che realizzano i veicoli elettrici. E altre consulenze verranno chieste anche nei prossimi giorni. Del caso trevigiano si è interessato anche il comando generale dei Vigili di Roma, incuriosito dal caso di un'auto elettrica che prende fuoco da sola, da ferma e senza essere collegata a nessun tipo di alimentazione. Alla fine tutte le verifiche fatte portano verso una sola direzione: botto e fiamme sarebbero nate da un'anomalia interna, probabilmente della batteria. Un caso a suo modo unico e rarissimo.
CONSEGUENZA
Intanto la famiglia che, di colpo, si è trovata senza auto e momentaneamente senza casa, attende di sapere qualcosa di più. «Stiamo aspettando di leggere le conclusioni dei Vigili del Fuoco - spiega l'avvocato Augusto Palese del foro di Venezia - organismo in cui riponiamo la massima fiducia. Una volta capito cosa possa aver provocato l'incidente, valuteremo come muoverci». Intanto si è conclusa anche la conta dei danni: tra veicoli distrutti e abitazione lesionata, ancora ieri era inagibile, la somma si sta attestando attorno ai 100mila euro. «Ci stiamo muovendo a 360 gradi - continua l'avvocato - non escludiamo nulla, ma di certo ci sarà una richiesta di danni per quanto accaduto. La famiglia che ha subito tutto questo è ancora sotto choc: ma è comprensibile, considerato che hanno subito un danno ingentissimo».