Amici travestiti da miti del tennis: «Noi come Borg e McEnroe, un'idea nata per gioco. Ci hanno chiamati persino a Wimbledon»

Mercoledì 12 Aprile 2023 di Alfredo Baggio
Fabrizio Genovese nei panni di Bjorn Borg e Andrea Camarin travestito da John McEnroe

TREVISO - Per diffondere la cultura del tennis a Treviso hanno vestito i panni di due superstar della racchetta. Andrea Camarin, o meglio “AndreMcEnroe”, nei panni del ribelle e imprevedibile John McEnroe, storico rivale dello svedese Bjorn Borg, l’imperturbabile campione dal letale rovescio a due mani impersonato invece da Fabrizio Genovese, ossia “FabriBorg”. L’idea nasce nel 2012 quando i due amici trevigiani, quasi per gioco, decidono di organizzare un flashmob nel centro città, travestendosi come i due campioni, diventati all’epoca vere e proprie icone, e non solo sportive. Poi la scommessa con l’amica e tennista professionista Maria Elena Camerin. «Se arrivi in finale in serie A ti facciamo da portaborse vestiti così».

Quel giorno arrivò e il sito della federazione italiana aprì la mattina successiva con la loro foto. Da lì non si sono più fermati e hanno partecipato a moltissimi altri tornei nazionali e internazionali, intervistati dai giornalisti sportivi, finendo per apparire in un servizio della Bbc e in un articolo di Usa Today. 


L’IDEA
«Con un’idea semplice, nata con la volontà di promuovere il tennis e avvicinare i bambini a questo sport, siamo riusciti ad entrare in luoghi e a vivere situazioni altrimenti insperabili per delle persone normali» raccontano i due trevigiani. Camarin, club manager dello Sporting Life Center di Vacil, e Genovese, product manager della Volteco Spa, hanno presenziato a numerosi tornei in Italia, tre internazionali a Roma sponsor della Lotto Sport e, l’anno scorso, a Torino alle Atp finals. «Quel momento in cui tutti i giocatori del mondo si riuniscono in un unico posto - spiegano i due - ed è stato bellissimo notare che nel video promozionale dei 50 anni dell’Atp apparivamo anche noi, travestiti da Borg e McEnroe». Ma il coronamento del loro sogno di fan sfegatati della racchetta arriva nel 2016, quando riescono ad entrare nel sancta sanctorum del mondo del tennis, Wimbledon. «Per noi arrivare ad entrare all’interno del campo centrale di Wimbledon e poter addirittura giocare è stato come per un cristiano entrare nella Cappella Sistina». Probabilmente a più di qualcuno sarà sembrato di tornare nel 1980, al giorno del memorabile match, quando Borg strappò la vittoria a McEnroe in una finale all’ultimo sangue. 


LA “DIMENSIONE”
«Quando indossiamo i costumi ci sembra di entrare in una dimensione alternativa - continuano Camarin e Genovese - perché tutti ci trattano come se fossimo davvero delle superstar. Le persone, anche famose, amano farsi fotografare insieme a noi». A Londra hanno voluto un selfie con loro l’allenatore Nick Bollettieri e una delle sorelle Kardashian. Hanno pure avuto uno scambio di battute con la presentatrice del Wimbledon live stream che li ha presentati al pubblico e una foto che li ritrae di spalle si può ammirare sulla home della sezione “visite” del sito ufficiale del torneo. «Siamo entrati in pianta stabile nella storia del tennis - scherzano i due, già pensando a Wimbledon 2023 - e sarebbe bello adesso provare ad entrare in altre grandi competizioni, come Roland Garros e gli Us Open». Una dimostrazione di come allegria e divertimento aprano qualsiasi porta, ma Camarin e Genovese non guardano solamente oltreoceano.

«Per settembre 2023 abbiamo organizzato un evento di beneficenza per enti legati al mondo dello sport. La maggior parte del ricavato sarà dedicato al tennis in carrozzina e un’altra parte invece per investire su giovani giocatori in erba». Si chiamerà “B e Mc Retrò Sportif” e prevede una giornata ricca di attività, dall’incontro con un vecchio campione di cui ancora non è stato svelato il nome, a partite con racchette vintage in legno, per concludere con una serata in costume stile anni ’70-’80. «Una piccola cosa come un travestimento ha dato vita a un’emozione bellissima e a un coinvolgimento che nessuno di noi si aspettava e possiamo dire che se oggi a Treviso si gioca molto di più con la racchetta, un po’ è anche merito nostro».

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Ultimo aggiornamento: 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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