Pronto soccorso, con il codice giallo aspetta sei ore per una visita

Martedì 21 Gennaio 2020 di Alessandro Garbo
L'ospedale San Luca di Trecenta
TRECENTA - Quasi sei ore di attesa al pronto soccorso, malgrado un codice giallo, prima di essere visitata. A protestare è una 37enne che si era rivolta al pronto soccorso dell’ospedale di Trecenta per un malore. Nonostante le avessero assegnato il codice giallo (il più urgente dopo il rosso), la donna ha atteso quasi sei ore prima di essere visitata. La protagonista della vicenda accusava sintomi che possono ricondurre a un’aritmia cardiaca. «Nell’ultimo periodo ho lamentato un abbassamento repentino di pressione, episodi di malessere, sudorazioni e brividi - racconta Valentina M. -. L’altra domenica sono stata male, niente di grave, ma la situazione andava tenuto sotto controllo. Il medico di base mi aveva avvertito, al prossimo attacco dovevo andare subito al pronto soccorso». Trascorrono pochi giorni e, nella tarda mattinata di giovedì, Valentina lamenta nuovi problemi.

«Mi sono fatta accompagnare da mia madre e siamo andate all’ospedale di Trecenta. Sono entrata alle 13, ho fatto l’accettazione e spiegato il mio caso all’operatore. Mi è stato assegnato il codice giallo», spiega. Per la donna inizia un’attesa che durerà quasi sei ore. La lendinarese ricorda le indicazioni del medico di base: «Mi aveva detto che l’elettrocardiogramma andava fatto quasi subito, per accertare i disturbi». E invece, la realtà è ben diversa. 
Secondo la sua testimonianza, «al pronto soccorso era presente solo un medico, poi raggiunto da un collega solo alle 17. Io e altri pazienti siamo rimasti in attesa per moltissimo tempo. C’era anche un anziano con un edema sulla gamba, quel signore ha dovuto aspettare ore prima di essere visitato», sottolinea Valentina. 

La ragazza chiede nuove spiegazioni e la rassicurano con la frase: «Non si preoccupi, sarà la prossima», ma le lancette scorrono. «Ero stanca di aspettare, volevo andarmene via», dice la 37enne. Arrivano le 19: «Finalmente sono entrata e mi hanno fatto l’elettrocardiogramma, che però si è rivelato inutile, erano trascorse troppe ore dai sintomi iniziali». Valentina, tuttavia, si rifiuta di fare la radiografia al torace. Alle 21 sono pronti gli esiti relativi agli esami del sangue e Valentina viene convocata, le consegnano il referto. Ecco la sorpresa: «Ho dovuto pagare un ticket sanitario di 83 euro e 90 centesimi, perché mi sono rifiutata di fare i raggi, nonostante il codice giallo che mi era stato assegnato in accettazione». 

Una notizia inattesa: «Nessuno mi ha informato che avrei dovuto pagare il ticket, nel caso in cui non avessi voluto effettuare la radiografia. Inoltre il medico che ha firmato le mie dimissioni si è dimostrato poco disponibile rispetto alle mie richieste di chiarimenti». 
Ultimo aggiornamento: 08:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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