Ucciso mentre era steso a terra, con una fucilata alla nuca. Con ogni probabilità in quel momento era nella posizione classica del cacciatore che imbraccia il fucile mirando alla preda. Alle sue spalle qualcuno avrebbe esploso un colpo di Winchester, freddandolo con un proiettile alla nuca da meno di un metro di distanza. Massimiliano Lucietti, 24 anni, di Celledizzo di Peio, appena 350 anime nella trentina Val di Sole, è morto così lunedì scorso, al mattino, nei boschi a due passi da casa. È quanto si apprende dagli inquirenti che stanno ricostruendo gli attimi prima della sua morte. Ieri sono stati resi ufficiali i risultati dell'autopsia, che hanno ricostruito la posizione in cui si trovava la vittima e confermato l'ipotesi di un omicidio.
IL PM
Il pm Davide Ognibene, titolare del fascicolo per omicidio colposo contro ignoti aperto nell'immediatezza del ritrovamento del corpo di Lucietti, non esclude ora altre piste compresa quella dell'omicidio volontario. In un primo momento sul caso dei due cacciatori morti si era pensato a un incidente. Poi pian piano è emerso un altro scenario. Massimiliano Lucietti, in realtà, sarebbe stato ucciso. Decisiva è stata l'autopsia. Il foro d'entrata del proiettile, infatti, è ben evidente sulla nuca. Mentre il colpo sarebbe stato sparato da una distanza di almeno mezzo metro ed è poi uscito dal collo. La vittima era stesa a terra quando è stata uccisa, come fanno i cacciatori quando si nascondono per mirare a una preda. A rendere ancor più misteriosa la vicenda il fatto che il giorno dopo il ritrovamento del cadavere, era stato trovato morto anche un altro cacciatore, il 59enne Maurizio Gionta, ex guardia forestale. L'uomo si sarebbe suicidato. Tra le tante ipotesi anche quella che sul posto ci fosse un terzo cacciatore.