Medici specializzandi, stop del governo alla legge veneta. Zaia annuncia battaglia

Sabato 25 Gennaio 2020 di Angela Pederiva
Medici specializzandi, stop del governo alla legge veneta. Zaia annuncia battaglia
1
VENEZIA - È di nuovo scontro sull'asse Venezia-Roma: giovedì sera il Consiglio dei ministri ha deciso di sollevare alcune questioni di legittimità costituzionale per il Collegato alla legge di Stabilità 2020, approvato a novembre dal Consiglio regionale. Sotto accusa sono tre disposizioni: l'obbligo per i medici che si specializzano con le borse di studio finanziate dalla Regione di partecipare ai concorsi banditi in Veneto nei cinque anni successivi al diploma e di fermarsi su questo territorio a prestare servizio per almeno tre anni; la rideterminazione del trattamento economico accessorio per il comparto e i dirigenti dell'Azienda Ospedaliera di Padova; la possibilità di effettuare assunzioni anche utilizzando le graduatorie concorsuali approvate da altre amministrazioni. «Sono problemi che con l'autonomia non avremmo, ricorreremo in tutte le sedi», annuncia il governatore leghista Luca Zaia. 
LE CLAUSOLE Fra le impugnazioni proposte dal ministro dem Francesco Boccia, spicca quella relativa agli specializzandi, chiamati a firmare un contratto contenente clausole che prevedono la restituzione del 15% o del 50% dell'importo percepito come borsisti, in caso di parziale o totale inosservanza dell'impegno a restare in Veneto dopo la laurea specialistica. Secondo il dipartimento degli Affari Regionali, quelle prescrizioni «snaturano di fatto la ratio e l'oggetto del contratto di formazione», imponendo «scelte di carattere strettamente personale» che «potrebbero porsi in contrasto con i princìpi costituzionali» in materia di autodeterminazione negoziale e di uguaglianza. 
Nell'interlocuzione con i giuristi governativi che ha preceduto l'impugnativa, gli uffici regionali hanno opposto tre fatti: un decreto emanato dal ministero dell'Università nel 2018 aveva citato pacificamente le condizioni venete; una legge del tutto simile vige in Valle d'Aosta dal 2017; una sentenza pronunciata dalla Consulta nel 2014 aveva dichiarato legittima la norma regionale del 2013 che aveva introdotto l'idea dell'obbligatorietà, poi dettagliata nel recente Collegato. Al riguardo, però, il dipartimento statale ha ricordato quanto puntualizzato dalla Corte in coda a quel verdetto: «La Regione nel predisporre le clausole da apporre ai contratti aggiuntivi da essa finanziati, dovrà farlo in maniera compatibile con quanto disposto nello schema tipo del contratto nazionale». Il che, per il Governo giallorosso, non è avvenuto.
L'EQUIPARAZIONE Il secondo rilievo riguarda l'equiparazione degli stipendi nell'Azienda Ospedaliera di Padova a quelli delle Ulss venete. Per l'ufficio legislativo degli Affari Regionali, la disciplina del lavoro pubblico rientra nella materia dell'ordinamento civile, che è «di competenza esclusiva del legislatore nazionale». Inoltre la disposizione sarebbe «censurabile anche nell'ottica del coordinamento della finanza pubblica» e determinerebbe una «disparità di trattamento economico» nei confronti degli altri dipendenti pubblici.
LE REAZIONI Le due impugnazioni in campo sanitario hanno fatto infuriare la Regione. Dice l'assessore zaiana Manuela Lanzarin: «È difficile pensare di contrastare la carenza di personale e dare risposte di qualità ai cittadini se, come in questo caso, c'è la contrapposizione governativa oltre le già tante difficoltà». Rincara la dose Zaia: «Siamo nella situazione paradossale in cui da un lato non viene data alcuna risposta alle legittime aspirazioni del Veneto all'autonomia differenziata, dall'altro si insiste nell'ostacolare o fermare i provvedimenti che, altrettanto legittimamente, vengono presi con i poteri a disposizione». 
GLI STIPENDI Infine viene contestata la possibilità per i concorsi regionali di esonerare dalle preselezioni i candidati che sono già dipendenti dell'amministrazione da almeno cinque anni. Secondo il dipartimento degli Affari Regionali, pure questa facoltà invade la competenza dell'ordinamento civile e contrasta con i princìpi di ragionevolezza e parità di trattamento.
 
Ultimo aggiornamento: 12:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci