In questi mesi invernali l'"influenza di stagione" ha messo a letto 232.900 veneti, 55.400 dei quali l'hanno contratta nella settimana dal 27 gennaio al 2 febbraio. Il termine di paragone più chiaro è l'incidenza generale che è pari a 113 casi ogni diecimila abitanti, inferiore a quella italiana, attestata a 138 casi. Lo rivela l'ultimo Rapporto Epidemiologico del Sistema di Sorveglianza dell'Influenza, elaborato dalla Direzione Prevenzione della Regione Veneto e diffuso oggi, 6 febbraio, dall'assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin.
IL TREND
«I nostri esperti indicano che il trend della curva d'incidenza regionale mostra un andamento in linea con la maggior parte delle stagioni precedenti, con valori registrati che, tuttavia, sono lievemente inferiori alla stagione 2018-2019 per lo stesso periodo di tempo.
Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 08:41
© RIPRODUZIONE RISERVATA IL TREND
«I nostri esperti indicano che il trend della curva d'incidenza regionale mostra un andamento in linea con la maggior parte delle stagioni precedenti, con valori registrati che, tuttavia, sono lievemente inferiori alla stagione 2018-2019 per lo stesso periodo di tempo.
Si ritiene che l'incidenza aumenterà ancora sino alla metà di febbraio, periodo in cui è atteso il picco massimo stagionale». La sorveglianza sulle forme gravi a fatto rilevare 9 segnalazioni di complicanze. Per 2 di questi pazienti è stato necessario l'utilizzo del macchinario Ecmo per l'ossigenazione del sangue. Come nelle precedenti settimane, il conto dei decessi rimane fortunatamente fermo a uno. La fascia d'età più colpita risulta essere quella dei bimbi da 0 a 4 anni con un'incidenza di 33,73 casi per mille; 28,27 per mille è l'incidenza tra i 5 e i 14 anni; incidenza che cala all'8,93 per mille nella fascia 15-64 anni, per toccare il minimo di 2,24 per mille tra gli ultrasessantacinquenni.