Covid, Zaia: «Case di riposo, torna il virus. Quarta dose, pensare ai fragili. Ucraina, basta prove di forza. Profughi, fatti 17.000 tamponi obbligatori»

Martedì 29 Marzo 2022 di Redazione online
Il governatore Luca Zaia
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VENEZIA - Oggi alle 12 a Palazzo Balbi, il governatore del Veneto, Luca Zaia, a conclusione della seduta della Giunta Regionale, fa il punto sull'emergenza Ucraina e sulla situazione Covid-19 in Veneto alla vigilia del termine dello stato di emergenza (31 marzo ultimo giorno) e del conseguente allentamento di alcune restrizioni (ad esempio: per gli over 50 non sarà più richiesto il supergreen pass per poter lavorare, ma occorrerà sempre il green pass base, niente più obbligo di green pass sui mezzi di trasporto pubblico locale, mascherine non obbligatorie all'aperto, sì al chiuso).

Al punto stampa sono presenti gli assessori Bottacin e Lanzarin.

Punto Covid

«La stampa internazionale ci segnala che il Covid 19 sta tornando a muoversi, vedi cosa sta succedendo in Cina. Resto dell'idea che il passaggio alla fase endemica si dovrà fare e lo faremo coinvolgendo i cittadini nel senso di responsabilità, senza più decisioni calate dal livello nazionale. Le restrizioni vengono tolte e la palla passa al buon senso dei singoli cittadini. La vera sfida sono i fragili. Se guardiamo il report delle terapie intensive e dei decessi, la stragrande maggioranza sono o non vaccinati o persone con più patologie. In vista della quarta dose, non so se si farà o meno, ma dobbiamo mettere in sicurezza i fragili, ad esempio gli anziani. Nelle case di riposo c'è una recrudescenza delle infezioni. La priorità devono diventare i fragili. Vaccini: siamo all'89,5% dei veneti è vaccinati, la campagna vaccinale è agli sgoccioli, facciamo soprattutto terze dosi, ma non smantelliamo proprio nulla, restano in piedi e pronti tutti i presidi. Tamponi: da inizio pandemia sono stati fatti oltre 9,5 milioni di tamponi molecolari e 19 milioni di tamponi rapidi. Ne abbiamo fatti più della Corea e siamo ancora la regione con la percentuale positivi/tamponi più bassa».

Il bollettino di oggi 29 marzo

Torna a sfiorare la quota dei 10.000 nuovi contagi in sole 24 ore il bollettino sul Covid in Veneto. Sono esattamente 9.640 i casi in più rispetto a ieri, un dato probabilmente "gonfiato" dagli esiti dei tamponi non processati nella giornata di domenica, che come sempre aveva portato ad un dato ben più basso (1.985) ieri, lunedì. Le vittime sono 16. Il bollettino della Regione aggiorna così a 1.475.108 il numero degli infetti dall'inizio dell'epidemia, e a 14.126 quello dei decessi. Cresce anche la platea delle persone attualmente positive e in isolamento, 76.482 (+ 1.061). Si registra un piccolo balzo nei ricoveri ospedalieri, perché i posti letto in area medica occupati da pazienti Covid salgono a 793 (+ 47), mentre restano quasi invariati, 56 (-1) quelli in terapia intensiva. Restano molto bassi i dati della campagna vaccinale: ieri sono state appena 2.690 le somministrazioni, delle quali 116 prime dosi. 

L'assessore Lanzarin: Rsa e quarantena

«Case di riposo, su 30.000 ospiti 1.000 sono positivi, pochi però i ricoveri in ospedale. Case di riposo, comunità alloggio, ospedali: pensiamo che è un rischio eliminare la quarantena, per cui se non arriva una circolare nazionale, qualcosa pensiamo di fare come Veneto per mantenere un periodo di quarantena».

Profughi Ucraina

Per quanto riguarda la situazione dei profughi dall'Ucraina il governatore ha riferito che «ad oggi abbiamo fatto 17 mila tamponi obbligatori e il tasso di positività è poco sopra il 2% (2,8%). Ne stiamo ospitando 11.000, 5.600 veneti hanno offerto posti letto privati, quasi 1.500 sono in strutture pubbliche, c'è un accordo con gli albergatori ma finora non è stato attivato. Donne e under 14 rappresentano l'85% degli arrivi».

«Su 17 mila transiti (parliamo di 400-500 arrivi al giorno, meno di 200 si fermano in Veneto, più della metà va da parenti o ha comunque qualcuno qui) - ha aggiunto Zaia - poco più di 2.500 persone hanno chiesto la vaccinazione, l'80% per il Covid. Molti bimbi non sono vaccinati, ma a volte le mamme non lo chiedono perché la loro convinzione mentale è quella di tornare presto a casa, e continuare quel che si faceva in Ucraina. Io ho usato lo strumento dell'ordinanza dell'obbligo di tampone per avere subito un'idea di quanti sono, avere nomi e cognomi. Intanto è uno strumento di prevenzione, e nel momento in cui rilasciamo una tessera provvisoria per l'accesso ai servizi sanitari quantomeno abbiamo uno spaccato di quanti sono e dove sono, e credo - ha concluso - sia uno strumento di civiltà». 

L'ospedale donato dal Qatar è oggi a Schiavonia smontato in sette container e verrà presto devoluto alla Protezione civile (sono 4.880 metri quadrati).

Rischio di "imboscati" nei flussi di profughi in arrivo dall'Ucraina? «Sono casi isolati, ma ci sono. Sul fronte dell'immigrazione, l'Italia è il ventre molle dell'Europa».

Offerta ospitalità e donazioni

Sono stati raccolti 677.000 euro di donazioni. Chi vuole offrire ospitalità può scrivere una mail a ucraina@regione.veneto.it oppure telefonare al numero verde della Protezione civile 800-990-009.

Guerra Ucraina-Russia: l'ora della pace

«Spero che a Istanbul esploda la pace, le condizioni mi sembra ci possono essere. E' tempo di lavorare per la pace, è ora di smettere con le prove muscolari di forza. E' necessario tornare nell'alveo della diplomazia vera, e che si facciano tutte le condanne per come si è mossa la Russia di Putin. La speranza è che le trattative in corso si concludano con esito positivo, perché bisogna salvare migliaia di vite e allo stesso tempo anche la nostra economia. Noi non abbiamo le bombe sulla testa - ha concluso Zaia - ma l'impatto della guerra si è esteso nei nostri territori con pesanti rincari su energia e cibo». 

Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 09:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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