PORDENONE - Il super-bonus del 110 per cento rischia di vedere ormai esaurito il proprio effetto traino: gli ulteriori aumenti delle materie prime (nell'ultima settimana del 20% nel calcestruzzo e del 20% negli isolanti per i cappotti termici) stanno spingendo molti committenti a fermare i lavori e le imprese sono in difficoltà non solo per i costi ma anche per i tempi di consegna dei materiali.
LO STOP
Insomma, scansato il pericolo di una sola cessione del credito (ne sono possibili ora fino a tre) la misura sembra aver inciso meno del previsto. In Friuli Venezia Giulia a fine gennaio 2022 sono state asseverate tremila pratiche, molte meno rispetto a quelle stimate o in itinere. «Con gli stop e le incertezze normative che si sono susseguite dal suo esordio - aggiunge Zadro - abbiamo perso mesi importanti e ora si può già dire in parte concluso il suo effetto, posto che a giugno non è più applicabile per gli interventi sulle case private singole. Una scadenza che, dato il complesso iter burocratico e la difficoltà a reperire le materie prime, di fatto ha già posto un limite all'apertura di nuove pratiche. Anche se una pratica è già iniziata, il rischio è che i materiali arrivani dopo giugno e con costi forse ancora maggiori. L'impressione è che quel che c'è, c'è. Senza la possibilità, salvo forse per i condomini, di proseguire con tempi un po' più lunghi».
Fine del superbonus anche fine del traino economico dell'edilizia? «Se l'area di intervento è concentrata sul privato, il rischio è una rapida curva discendente: il grande boom del superbonus è legato a doppio filo alla cessione del credito - il capitale viene anticipato non direttamente da chi commissiona i lavori, ma appunto da chi acquista il credito. Tocchiamo con mano che le risorse proprie dei cittadini sono limitate. Del resto, con i rincari che ci sono stati e per i quali non è estranea una certa bolla speculativa legata proprio ai bonus - quanti possono permettersi di fare una casa che, pur senza pretese, oggi richiede dai 400mila a salire?». Come poter uscire da questo possibile empasse? «La risposta più semplice è la proroga dei bonus e della cessione del credito a strumenti strutturali. Ma forse dovremmo vedere oltre: ovvero che ci sia una più diffusa capacità di spesa, legata a salari adeguati e a condizioni lavorative più sicure nel tempo. Nel breve, poiché la transizione ecologica è una necessità e non una moda, sarebbe opportuno prevedere un prolungamento stabile di forme di agevolazione per gli interventi di ottimizzazione energetica. Inoltre, constatato il minor poter di acquisto delle famiglie anche per i maxi-rincari delle bollette, l'auspicio è che le risorse del Pnrr, impiegate per infrastrutture e riqualificazioni di borghi e aree, possano davvero far crescere l'economia locale, dando opportunità di lavoro». E qui il secondo appello degli artigiani edili. «L'appello è alla pubblica amministrazione, alla Regione Fvg e ai Comuni, perché trovino, all'interno di tutte le norme previste, le formule per rendere accessibili i bandi alle imprese artigiane e, più in generale, a quelle realtà che sono stabilmente insediate sul territorio. È un'occasione da vivere come protagonisti e non da comparse, di subappalto in subappalto».