SACILE (PORDENONE) - Quelle serrande abbassate avevano destato più di qualche preoccupazione. La chiusura della Farmacia del 33, uno dei punti fermi della ristorazione di piazza del Popolo, appariva inspiegabile.
La Farmacia del 33 ha oggi dunque un nuovo titolare: Mattia Mancin, 27enne di Pordenone. «Ma sto cercando casa a Sacile dove intendo trasferirmi al più presto», che aprirà i battenti venerdì. «Il locale era totalmente a posto, riapriamo subito per rodare la squadra e poi darò una rinfrescata», racconta un ragazzo giovane ma che certo non manca di esperienza. Ne ha maturata abbastanza da sapere che la formula scelta dal suo predecessore è vincente: «Ripartiamo con uno staff che comprende, oltre a me, una ragazza fissa e 5 giovani che verranno utilizzati all'occasione, comunque Farmacia del 33 resta una cicchetteria tradizionale perché credo che la scelta fatta da Alessio sia stata azzeccata». Ovviamente Mattia ci metterà del suo. «L'idea è di arricchire l'offerta della cantina con qualche vino in più. Anche i prezzi rimarranno gli stessi. L'idea è di farci anche un po' di musica, con deejay, nell'orario di apertura che sarà dalle 17.30 a mezzanotte».
L'ottimismo del 27enne non deriva solo dalla forza della giovinezza, anzi: a parlare sembra essere l'esperienza maturata tra ristoranti stellati di mezzo mondo. A Pordenone Mancin ha frequentato l'indirizzo enogastronomico dell'istituto Flora, ma non nasconde di aver capito in fretta che quella non era del tutto la sua strada. A 16 anni era già al lavoro.
«Si, qualche lavoretto nei catering, mi dicevano che ero bravetto, che dovevo mandare curricula in giro e l'ho fatto. Ne ho spediti 30 ad altrettanti ristoranti stellati. Non mi ha risposto nessuno tranne Carlo Cracco. Ho preso l'occasione al volo: ho sostenuto il colloquio, mi hanno assunto è sono andato a Milano, al suo ristorante 2 stelle Michelin». Segue l'esperienza londinese. «Si, al 3 stelle The fat duck di Heston Blumenthal, uno degli inventori della cucina molecolare. A Londra divento assistant manager di un posto dove per servire 30 coperti ci sono 120 persone al lavoro». Mattia decide dopo qualche anno di rientrare in Italia, a Villa Crespi, «nel 2 stelle di Antonino Cavanacciuolo l'atmosfera è diversa. È un grande personaggio, uno che sa fare squadra. La domenica sera si andava a mangiare tutti insieme».
D.D.M.