ROVEREDO - L'uno ha visto improvvisamente la luce della bicicletta sparire nel fossato a bordo strada, l'altra si è accorta di quella moto ferma con le quattro frecce e si è fermata per chiedere se c'era bisogno di aiuto.
IL MOTOCICLISTA
Stefano Tarabocchia, 46 anni di Aviano, tre figlie, operatore tecnologico in un'azienda di Roveredo, giovedì sera stava tornando a casa in moto da Porcia lungo via XX Settembre. «Davanti a me c'era una luce rossa che ho visto sparire di colpo e subito dopo puntare verso l'alto. Mi sono avvicinato, ho accostato la moto a bordo strada con le quattro frecce accese», racconta il 46enne. Mirco Scian dava seppur flebili segni di vita. «All'inizio respirava, faticosamente ma respirava. Ho chiamato subito i soccorsi e atteso che mi mettessero in contatto con gli operatori». Ma Scian intanto ha smesso di respirare. Tarabocchia non si è perso d'animo, ma aiutato da un'automobilista ha cominciato a mettere in pratica quanto aveva imparato durante i diversi corsi di primo soccorso che ha fatto, scandendo il numero delle manovre: tot massaggio cardiaco, tot respirazione per una decina di minuti. «Ho cercato di ricordare tutto quello che avevo appreso, in attesa che arrivassero i soccorsi». E subito dopo i carabinieri di Fontanafredda sono arrivati i medici e gli infermieri della Sores.
L'AUTOMOBILISTA
L'operatore tecnico avianese non era solo giovedì notte in via XX Settembre. Valentina Buttus, insegnante 39enne con tre figli, in attesa di ruolo, stava rincasando. «Ero al telefono con mio marito quando ho visto la moto ferma a bordo strada con le quattro frecce accese. Mi sono fermata, ho abbassato il finestrino e ho chiesto se c'era bisogno di aiuto». La donna non ha esitato, nonostante fosse sola a quell'ora lungo una strada quasi deserta. «Ho sentito una voce che mi diceva "grazie". Così sono scesa dall'auto e con l'uomo che era sul posto abbiamo cominciato le manovre di rianimazione. Non c'era battito». Anche l'insegnante ha potuto intervenire grazie ai corsi di primo soccorso fatti nel passato. Valentina Buttus è capo scout e un grido di aiuto non lo ignora. «Abbiamo provato a fare quello che si poteva fare». Valentina e Stefano non si conoscevano, ma ieri il motociclista ha accolto con gioia la possibilità di avere il telefono della donna. La sua voce si è però rattristata non appena ha saputo delle gravi condizioni in cui si trova l'uomo a cui giovedì sera lui e la 39enne hanno prestato soccorso. «Mi spiace, mi spiace davvero tanto», ha detto mestamente. Ma il loro gesto sarà comunque di esempio per molti.