CORDENONS - Tra la chiesa di Santa Maria Maggiore e la canonica, alla fine di una breve viuzza che sfocia in una cancellata, vive e riceve l'unico esorcista ufficiale della nostra provincia. Si chiama don Pietro Cesco e a 81 anni è ancora un vulcano di energie. Nativo di Savorgnano nel sanvitese, prima di diventare esorcista don Pietro è stato a lungo parroco, anche cappellano degli operai della Zanussi. «Eravamo sul finire degli anni 60 e non tutto ciò che come prete dicevo ai lavoratori piaceva, tanto che alla fine mi invitarono gentilmente a non tornare più in fabbrica».
I SINTOMI
Nonostante questa descrizione, don Pietro rinnega l'appellativo di "psicologo religioso" perché vuole sia chiaro: pensare a soggetti psicologicamente disturbati serve solo a chi vuole ridimensionare il fenomeno o fingere che non esista. «Si può distinguere se la persona è depressa, disorientata o in un disordine morale». Quanto lo stato d'animo o i comportamenti della persona arrivata spesso attraverso i famigliari, siano sintomi di una presenza da combattere, don Piero lo capisce dopo alcuni incontri. «Bisogna distinguere - ricorda l'esorcista - l'azione ordinaria del maligno da quella straordinaria. Il diavolo si manifesta in 4 modi: possessione, vessazione, ossessione e infestazione e non c'è mai un caso uguale all'altro». Don Piero conta nella sua esperienza un solo caso di ossessione, gli altri delle prime due categorie, mentre non cita l'ultima e più inquietante. Ma chi arriva da lei? «Persone di tutte le età, perfino bambini, senza distinzione di sesso o di ceto sociale o culturale». Chiarisce: «Non si deve pensare che un esorcismo risolva la situazione guarendo il soggetto. Certe volte per liberare la persona servono anni».
LA BATTAGLIA
Racconta alcuni dei suoi casi e cita una bambina che al tempo aveva solo 7 anni, poi un uomo che si presentò non accompagnato: è piccolo lo studiolo dove i due si incontravano e una volta don Piero dovette fermarlo brandendo il crocefisso. «Non sono un prete che vuole vedere il diavolo dove non c'è», assicura il prete che crede molto in un'altra sua crociata: quella contro maghi, cartomanti, astrologi, la pratica del reiky e quelle di ispirazione orientale, fino all'occulto. Cita le sette sataniche ricordando una giovane strappata ad una di queste dopo un'esperienza di violenza, abusi e sottomissioni. Fenomeni, quelli delle sette, che certo non scopre don Piero e che purtroppo periodicamente riemergono, come in questi giorni, in cui un gatto nero è stato scaraventato fuori da un'auto, nella zona di Puja di Prata, morendo dopo una settimana di agonia e con evidenti segni di indicibili torture. Il cruccio di don Piero è la scarsità: «Mancano esorcisti, siamo non più di una quindicina in tutta la regione. Ne servirebbero molti di più». Ma ci sono cordenonesi venuti da lei per un aiuto? «Certo, anche da Sacile, Udine, Conegliano», risponde fermamente.