PORDENONE - Un piccolo segno sul corpo, troppo spesso sottovalutato o scambiato per altro. Il sorriso che non c’è più, oppure poca voglia di parlare. E ancora condizioni igieniche non consone, figlie di un’assistenza non adeguata. I “detective” dell’Azienda sanitaria - nel dettaglio dell’assistenza domiciliare integrata - che presto saranno sul campo dovranno far attenzione a tutto questo. Il loro obiettivo, infatti, sarà quello di scovare in anticipo qualsiasi segno di violenza nei confronti degli anziani e più in generale delle persone con invalidità.
IL PIANO
In regia c’è il Gruppo aziendale violenza, coordinato dalla dottoressa Fabiana Nascimben, direttrice del Pronto soccorso di San Vito-Spilimbergo. La squadra è quasi pronta e potrà agire sul territorio. «Sarà composta da infermieri dell’assistenza domiciliare integrata - conferma proprio Nascimben - e avrà il compito di monitorare le situazioni di particolare fragilità: anziani, soprattutto donne di una certa età, persone con disabilità». E ci saranno tecniche particolari per riconoscere i segni di una violenza subita magari tra le quattro mura di casa oppure nelle strutture per l’assistenza. Non solo segni fisici, ma anche condizioni mentali che portano alla trascuratezza o all’igiene carente. Gli infermieri noteranno tutto, faranno domande e valuteranno attentamente le risposte. E se i segnali diventeranno inequivocabili si procederà allertando le autorità e i servizi sociali.
Troppo aggressive con gli anziani Licenziate dalla Casa di riposo
IL PROGRAMMA
A monte, ovviamente, un programma di formazione, a cui si affiancherà un corso che ieri è stato comunicato dall’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. Il fenomeno della violenza e abuso contro soggetti anziani o diversamente abili è sommerso e poco conosciuto anche nei contesti socio assistenziali. Atti come la mancanza di rispetto, la costrizione fisica, la mancanza di assistenza o la negazione delle risorse economiche possono configurare forme di maltrattamento, ma a volte non vengono riconosciute nemmeno dalle vittime di tali abusi. Per tali motivi e per implementare l'emersione di tale fenomeno, nonché conoscere le azioni che possono essere messe in campo per contrastarlo, il Gruppo aziendale violenza di Asfo, la cui referente è Fabiana Nascimben, che da anni si occupa anche di formare il personale sanitario in merito al riconoscimento degli episodi di violenza su donne e minori propone, in collaborazione con associazione "Anziani e non solo" di Carpi, un corso di formazione residenziale che ha come focus il riconoscimento degli episodi di violenza su anziani e soggetti fragili. Il corso si svolgerà in un'unica giornata, il prossimo 22 marzo a partire dalle 8.30, nell'auditorium della Casa dello Studente di Pordenone, ed è rivolto a medici, infermieri, operatori sociosanitari, psicologi, assistenti sociali e operatori delle case di riposo ed Rrsa, e a tutti coloro i quali operino in contesti di cura con anziani o persone fragili. Tale corso rientra tra i progetti formativi all'interno del progetto Ipazia Ccm 2021, cui l'Azienda Sanitaria Friuli Occidentale partecipa assieme all'Istituto Superiore di Sanità e altri partner.