Arrivati a Padova 48 profughi,
un altro poliziotto con la scabbia

Giovedì 25 Settembre 2014
Arrivati a Padova 48 profughi, un altro poliziotto con la scabbia
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PADOVA - Arrivati a Padova altri 48 profughi. Dopo l'identificazione in questura, sono stati smistati in due centri di accoglienza. E un altro poliziotto è stato contagiato dalla scabbia, come denuncia Loris Frison, segretario provinciale del sindacato di polizia Coisp: “Purtroppo devo denunciare che un altro poliziotto risulta infetto e si sta curando per aver contratto la scabbia durante un servizio inerente l’emergenza profughi. Il collega è in forza al Reparto Prevenzione Crimine Veneto con sede in via D’Acquapendente. Subito sono scattati i controlli da parte del medico sanitario che ha convocato, per un’eventuale profilassi, tutti i poliziotti che in questi giorni hanno lavorato assieme allo sfortunato collega”. "Ormai la questura di Padova è diventata un nuovo Centro di Identificazione ed Espulsione. Come già abbiamo denunciato, c'è qualcosa che non funziona nella grande “macchina” dei piantonamenti e degli accompagnamenti effettuati, oramai all'ordine del giorno".

Dura la reazione del sindaco Massimo Bitonci: “Il prefetto di Venezia Domenico Cuttaia ha comunicato che, in Veneto, entro dicembre, arriveranno 2147 profughi, provenienti principalmente da Mali, Somalia ed Eritrea. 518 di questi, la quota maggiore, è stata destinata alla nostra provincia. Mi appello a tutti i cittadini, a tutti i sindaci del padovano e, in modo particolare, ai due candidati alla presidenza della Provincia, compreso quello sostenuto dal PD: alziamo un coro unanime contro questa invasione, che significa insicurezza, rischio di diffusione di malattie e costi che finiranno per ricadere sugli enti locali. I nostri giovani fuggono in cerca di lavoro, i nostri anziani faticano ad arrivare a fine mese, le nostre città sono, nonostante gli sforzi, occupate da clandestini che, nella maggior parte dei casi, finiscono per delinquere. Non possiamo sopportare altri arrivi. Se Renzi non sa dire no in Europa, cominciamo noi a dire no a Roma. Non ci può essere accoglienza senza il rispetto della nostra gente che abbiamo il dovere di difendere.”
Ultimo aggiornamento: 21:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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