Saldi, i negozianti di Padova non ci stanno: «Serve una rivoluzione, partano da febbraio»

Venerdì 3 Novembre 2023 di Elena Di Stasio
Saldi, i negozianti di Padova non ci stanno: «Serve una rivoluzione, partano da febbraio»

PADOVA - Un bilancio in chiaroscuro per gli ultimi saldi estivi e una battaglia già avviata per i prossimi saldi invernali. Confcommercio e Confesercenti tirano le somme del 2023 e si proiettano già al gennaio 2024 con una convinzione comune: «Le regole vanno cambiate, gli sconti vanno proposti più tardi perché per i negozianti questo meccanismo non è più sostenibile». 

LE STIME

Partiamo dal bilancio del 2023. Se per la Confcommercio di Padova i saldi hanno fatto registrare un +5% di giro d’affari rispetto all’anno scorso, secondo Confesercenti Veneto Centrale il confronto tra i fatturati presenta invece un saldo negativo. È Alessandra Trivellato, vice direttrice dell’associazione, a calcolare come sono andati gli ultimi mesi. «I numeri dicono che in provincia di Padova i negozi del settore moda che hanno avviato i saldi in provincia di Padova sono tra i 1.400 e i 1.500.

Nel Padovano i saldi estivi 2023 sono valsi circa 37 milioni di euro. Un dato che secondo i commercianti è in calo rispetto al 2022 ed è comunque minore rispetto ai valori registrati tra il 2017 e il 2019, quando si arrivava anche a 45 milioni di euro. Tra le cause più evidenti - spiega Trivellato - registriamo una persistente inflazione ed il conseguente carovita che continua ad assottigliare i consumi delle famiglie. Ricordo che i saldi estivi valgono un 20% del fatturato di un piccolo negozio quindi sono considerati importanti».

IL BILANCIO

«È stata una stagione molto problematica. Abbiamo avuto il mese di maggio molto brutto per un discorso meteorologico, caratterizzato da freddo e pioggia - ricorda poi Linda Ghiraldo, presidente Fismo Confesercenti e titolare del negozio Linda Abbigliamento a Casalserugo -. Poi è arrivato il vero caldo ma con l’inizio dei saldi estivi nei primi giorni di luglio non si poteva più parlare di saldi di fine stagione, perché la stagione cominciava proprio in quel momento». 
«Consideriamo che non stiamo vendendo rimanenze di magazzino, ma merce stagionale che è stata acquistata - aggiunge Ghiraldo -. Facendo i conti ci si rende conto che il margine economico si riduce, non facciamo in tempo a vendere la merce a prezzo normale che è già arrivato il momento di venderla scontata». 

LA RICHIESTA

Per tutti questi motivi le categorie sono favorevoli ad uno slittamento dei saldi. Fismo Confesercenti chiede lo spostamento dei saldi invernali alla prima settimana di febbraio: «Lo slittamento della data di inizio dei saldi permetterebbe infatti alle imprese, già fortemente penalizzate per le scarse vendite, di recuperare almeno parte dei profitti».

«È venuto il momento di riportarli a fine stagione» sottolinea anche Riccardo Capitanio, presidente di Federmoda Confcommercio Ascom, spiegando la proposta inviata all’assessore regionale Roberto Marcato: posticipare l’inizio dei saldi invernali, dal 5 gennaio 2024 al 27 gennaio. 

«Non si può più ignorare che il mercato è cambiato così come sono cambiate le esigenze e le abitudini della clientela che acquista ormai al bisogno. Pertanto il tradizionale periodo di stagionalità della moda, così come siamo abituati a pensarlo, non funziona più».

«I saldi come fenomeno di vendita funzionano sempre - evidenzia -, ma oggi c’è una richiesta di cambiamento da parte dei commercianti non perché non si venda, ma perché vendendo a un prezzo scontato la sostenibilità del commercio non viene più garantita. Se facciamo i saldi invernali al 5 gennaio, con l’arrivo del freddo, il nostro business moda non è più sostenibile». 

LE PROSPETTIVE

Con queste prospettive climatiche, se i saldi dovessero essere mantenuti all’inizio del nuovo anno, la situazione per il 2024 potrebbe essere addirittura peggiore. «Stiamo avendo una stagione anomala, che ci sta bloccando tutto. In questo periodo l’abbigliamento è molto penalizzato ed è tutto bloccato proprio perché non è arrivato il freddo» ricorda Ghiraldo.

L’inflazione non aiuta. Ogni spesa fatta è sempre oculata, anche in periodo saldi, dove si predilige la ricerca delle singole cose di cui si ha davvero necessità. «Posticipare più avanti i saldi - chiude Capitanio - consentirebbe ai commercianti di predisporre delle promozioni anche nei trenta giorni antecedenti, cosa adesso vietata dalla normativa. Un vincolo che vale per noi che abbiamo il negozio fisico ma non per l’online che è difficilmente controllabile». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci