Emergenza casa, migliaia di alloggi vuoti e sempre più richieste: ecco il piano del Comune incentivare gli affitti

Mercoledì 3 Aprile 2024 di Mauro Giacon
Una veduta di Padova dall'alto

PADOVA - Mancano case. E tante. Però le case ci sono. Basterebbe trovarle, mettere i proprietari nella condizione di avere fiducia nell'affittarle, offrendo loro una sicurezza economica contro inquilini che poi diventano fantasmi e dall'altra parte offrire una sistema a chi le cerca per conoscere la disponibilità. Sembra semplice invece è difficilissimo. Le alternative sono due: andare a suonare tutti i campanelli dei condomini oppure mettere in piedi un sistema.
L'assessora alle Politiche abitative Francesca Benciolini, ha scelto la seconda, nel tentativo di mettere un piedi un'Alleanza che equivale a un sistema di sostegno. In città ci sono oltre 16mila 550 abitazioni che non sono abitate dai residenti e le "case vacanza" in 5 anni sono aumentate del 35%. Non è questione solo di alloggi popolari (332 assegnazioni nel 2023) o di 4.800 posti promessi negli studentati. Il problema è più ampio.
Dunque ha messo insieme 35 enti. Fra gli altri Università, Confindustria, la Diocesi, Ance, associazioni dei proprietari, istituti di credito (Intesa, Unicredit, Banca patavina, Banca etica) Fondazioni, Commercianti, enti del Terzo Settore, cooperative, per arrivare alle associazioni degli inquilini e all'Ater.

Domani i tre tavoli avranno la loro prima riunione operativa, nella sede dei Servizi Sociali del Comune in Passaggio San Gaudenzio. Seguiranno altri tre incontri fino al 27 maggio e un incontro conclusivo con l'illustrazione degli esiti dei laboratori, il 17 giugno. Gli incontri sono operativi e per questo riservati ai soggetti che partecipano al progetto e alle persone iscritte e non sono aperti al pubblico.

BENCIOLINI
L'assessora sottolinea: «Per organizzare e sviluppare il lavoro di questi tre tavoli, abbiamo fatto un avviso pubblico che individuasse un'Agenzia, risultata KCity, una struttura specializzata in questo tipo di attività, (a Milano ad esempio è impegnata nella mediazione di processi nell'ambito dell'abitare) e con loro abbiamo messo in fila tutte le idee che erano nate. Saranno loro i facilitatori dei percorsi di lavoro dei tre gruppi, portando anche esempi e suggerimenti con le idee e le esperienze già fatte in altre città. Ogni tavolo di lavoro si ritroverà 4 volte, con una conclusione che sarà per tutti il 17 giugno con una assemblea plenaria, all'interno della quale verranno portati i risultati».
«In avvicinamento al primo appuntamento di dopodomani abbiamo già fatto con KCity un primo incontro con tutti i Capi Settore del Comune interessati in un modo o nell'altro al tema dell'abitare in modo da condividere tutte le informazioni utili alla concretezza dei lavori. Siamo rimasti stupiti e contenti dell'interesse e dell'impegno di tutti nei confronti di questo progetto, e penso che questo sia già un grande risultato: abbiamo individuato un metodo che ci apre delle possibilità concrete di intervento per la nostra città. I lavori ci diranno, quali azioni potremo avviare».

LA STRATEGIA
«L'obiettivo è soprattutto muovere un sistema che in questo momento è inceppato. Ad esempio trovare il modo, attraverso forme di garanzia, che il privato che ha un appartamento che può essere affittato non lo tenga chiuso per timore di non essere pagato, o peggio di non riuscire più ad averne l'uso se gli fosse necessario, ma lo metta a disposizione di un lavoratore per il quale faccio una ipotesi - Confindustria possa fare da garante, sarebbe già un ottimo risultato. Voglio ricordare che abbiamo un problema enorme: sono tante le aziende private e pubbliche che ci hanno documentato come il personale che loro stavano per assumere abbia rinunciato perché non trovava alloggio o se lo trovava - aveva un costo insostenibile in rapporto allo stipendio».
 

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