VIGODARZERE - In un paio di mesi, dal settembre all'ottobre dell'anno scorso, tra furti e tentati hanno messo a segno 44 colpi in abitazioni tra Padova, Venezia, Treviso e Pordenone.
I tre ladri albanesi Shpetim Skenderi di 29 anni, Dilaver Veliu di 27 ed Elson Shera di 33 davanti al giudice del Tribunale monocratico hanno patteggiato una pena di 4 anni di reclusione ciascuno.
I FATTI
La banda aveva la base a Mestre e da lì si muoveva per mezzo Veneto. Ogni mese, dopo aver esaurito la potenzialità della zona, il gruppo si trasferiva per riprendere ad operare da un'altra parte, in modo da correre meno rischi di essere individuato e catturato.
Dall'inchiesta è emerso che la merce rubata veniva poi trasportata in Albania e piazzata a ricettatori locali, avvalendosi di autisti di autobus che fanno la spola con l'Italia, partendo da Noventa di Piave, e che venivano compensati per il servizio.
I malviventi hanno agito in una ventina di casi nel Trevigiano, soprattutto nei comuni di Breda di Piave, Santa Lucia di Piave, Trevignano, Vittorio Veneto, Cappella Maggiore, Arcade e Salgareda. Sei i colpi invece messi a segno tra Padova, Vigodarzere e Saonara. I ladri hanno anche preso di mira abitazioni della provincia di Venezia, specialmente a Pramaggiore, Concordia, San Donà di Piave e Martellago. Ma anche nel territorio di Pordenone come Azzano Decimo e Fiume Veneto. I tre erano finiti nel mirino della Mobile di Venezia, coordinata da Giorgio Di Munno, e incastrati grazie ad intercettazioni ambientali e telefoniche, nonché a rilevatori Gps attraverso i quali la polizia aveva controllato gli spostamenti della loro vettura.
Il metodo era sperimentato: i ladri albanesi cercavano preferibilmente abitazioni in cui i proprietari non c'erano, per poi forzare la serratura della porta d'ingresso, oppure una finestra praticando un foro nel serramento con un trapano.
IL RISCHIO
Mesi di rimpalli di competenze territoriali e vizi procedurali stavano per rimettere in libertà i tre albanesi accusati dei furti in appartamento.
Ma alla fine la competenza territoriale è stata data a Padova, dove il 16 settembre del 2021 si è consumato il primo colpo, e le indagini sono passate al pubblico ministero Benedetto Roberti. Alla fine i tre sono tuttora in carcere e hanno patteggiato la loro pena.