PADOVA - Rissa ieri sera all'Arcella, in via Duprè, triste teatro di degrado oramai da tempo, come denunciano i residenti. Erano le 18 circa di venerdì 27 maggio 2022 quando dai balconi i cittadini hanno assistito all'ennesimo confronto fra giovanissimi, uno dei quali armato di quella che sembra proprio una mazza, come si vede nei filmati girati dai balconi delle case.
Non è la prima volta, come si diceva, che l'Arcella diventa protagonista di episodi come questo, il degrado e la paura di chi abita in queste case è ben noto, tanto che il giorno prima di questa rissa, giovedì 26 maggio, proprio in via Duprè erano passati il sindaco Sergio Giordani, il consigliere comunale Luigi Tarzia e l'ex consigliere di quartiere Carlo Forner.
Ventiquattro ore dopo la situazione è degenerata, sfociando nello scontro diretto. Il problema di questa ed altre zone della città non è facilmente risolvibile, lo racconta bene lo stesso Forner: «Giovedì abbiamo raccolto le testimonianze dei residenti del quartiere, abbiamo raccontato cosa succede, evidenziato le problematiche». Di fatto, sempre secondo il racconto dei residenti, qui i pusher stanziano in modo permanente, anche perché hanno vie di fuga garantite, attraverso i portici dei condomini che sofciano direttamente su altre strade. «Qui come nella zona dei condomini Ater, con giardini e ben 17 vie di fuga per chi spaccia», racconta ancora Forner. Diciassette vie di fuga, in pratica un labirinto che i pusher conoscono bene e nel quale, anche con l'arrivo delle forze dell'ordine, possono svanire come ombre. E anche se presi, «i pusher sono quasi sempre minorenni - prosegue Forner -, dopo due giorni sono di nuovo fuori. E se vengono indirizzati verso un progetto di recupero, allora sono immediatamente rimpiazzati. Il flusso è continuo».
Arcella, risse e spaccio: cosa fare?
Difficile trovare una soluzione definitiva, anche perché gli spacciatori, quando "disturbati", si spostano in altri punti o quartieri, ma non spariscono mai del tutto. A farne le spese, come nel caso di via Duprè, sono le persone che in quella strada vivono e ogni giorno si sentono sempre più imprigionate, circondate, costrette ad assistere a scene come quella che mostrano le immagini di questo video.