Dolomiti, un contributo d'accesso come a Venezia per entrare? La proposta degli albergatori

Martedì 21 Maggio 2024 di Claudio Fontanive
«Dolomiti tax, si paghi un ticket d'ingresso per le vette come a Venezia», la proposta degli albergatori

BELLUNO - Con le festività tedesche e il turismo della bicicletta e del trekking in quota, attendendo i grandi eventi dedicati a questi due settori, fra fine maggio e inizio giugno circa il 70% degli alberghi nelle Dolomiti Bellunesi aprirà le porte ai turisti. E se le prenotazioni per la prossima stagione estiva sembrano promettenti, alcune criticità sono emerse in occasione della 74^ assemblea nazionale di Federalberghi. Criticità che si amplificano nel Bellunese: come quella della difficoltà a reperire personale, che qui si scontra anche con il problema alloggi o ancora con la “concorrenza” delle strutture ricettive extralberghiere.

Tassa di soggiorno

E infine la tassa di soggiorno: perché tutto il peso è sulle strutture ricettive? E sull’onda del pagamento di un biglietto per entrare a Venezia, il presidente degli albergatori bellunesi, Walter De Cassan lancia la proposta: «Qui si guarda alla questione del ticket d'ingresso a Venezia e potrebbe non essere una cattiva idea. Per entrare negli immensi parchi americani si paga una tassa, e si potrebbe istituirne una in tutta la zona Dolomiti Unesco, magari anche soltanto di un euro, i cui proventi vadano a finanziare la mobilità, la promozione e tutta una serie di iniziative volte a valorizzare questo territorio».

Dolomiti, il nodo infrastrutture

La categoria di albergatori giudica iniqua la decisione di individuare l’esercizio ricettivo come unico punto di prelievo della tassa di soggiorno: gli albergatori si ritrovano a fare da esattori nei confronti dei turisti. Secondo Federalberghi sarebbe più corretto finanziare le funzioni svolte dagli enti locali in campo turistico con modalità diverse ad esempio mediante la compartecipazione degli stessi enti locali al gettito Iva di tutte le attività produttive che traggono beneficio dall'economia turistica o l’istituzione di una city tax, su cui de Cassan si è detto favorevole. E il presidente di Federalberghi ricorda: «Si parla spesso di troppo traffico sui passi ma non si e fatto nulla nemmeno qualche progetto a medio a lungo termine di parcheggi scambiatori a valle, potenziamento servizi navette sui passi. Facile dire chiudiamo i passi ma vediamo una visione a medio e lungo termine. Se fra vent’anni vogliamo arrivare alla chiusura dei passi in questo tempo vediamo di creare le infrastrutture.

Gli impianti di risalita anche nel periodo estivo non sono sufficienti al trasporto alternativo ma servono pullman cadenzati sui passi, e quindi questo ticket di ingresso potrebbe finanziare la mobilita sostenibile sui passi».

Case vacanze da privati 

L’altro problema che evidenzia il presidente provinciale Federalberghi è quello della «concorrenza sleale» del comparto extralberghiero che nel post pandemia realizza performance migliori sulle presenze rispetto a quelle registrate nell’alberghiero. «Abbiamo ancora quel mezzo vuoto legislativo - afferma Walter De Cassan -: la legge nazionale ancora non regolamenta a livello di locazioni brevi (ma dovrebbe entrare in vigore a settembre). È una concorrenza sleale perché si agisce sullo stesso mercato ma con regolamentazioni diverse e tassazioni maggiori rispetto agli affittacamere, che non devono pagare Siae, canone Rai e una serie di iniquità su tutti i livelli e siamo soggetti a maggiori controlli». 

Lavoro stagionale, la ricerca di personale

Un altro tema scottante è il difficile reperimento del personale stagionale locale: a livello nazionale oltre un quarto dei dipendenti delle aziende alberghiere sono stranieri. Poi il contratto di lavoro, scaduto da qualche anno: Federalberghi nei mesi scorsi si è offerta di anticipare una prima parte dell’aumento contrattuale, come riconoscimento per i suoi collaboratori, ma tale proposta non sarebbe stata accettata dalle organizzazioni sindacali. «Un lavoratore estero su quattro estero penso possa essere un dato in linea anche da noi - fa sapere De Cassan - e il decreto flussi non è sufficiente, in quanto abbiamo poca forza lavoro e dobbiamo trovarne da altri Paesi. Ma è ancor più difficile con un contratto Ccnl che va avanti a proroghe». Altro problema: «Mancano alloggi per gli stagionali. Gli appartamenti si preferisce darli a locazione breve perché rendono di più. Sarebbero opportune le foresterie come hanno fatto a Jesolo, oppure i tanti alberghi chiusi potrebbero invece di rimanere tali potrebbero affittare le camere ai lavoratori stagionali a un prezzo ridotto», conclude De Cassan. 

Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 11:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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