Bivaccano nella chiesetta alle sorgenti del Piave: accendono il fuoco e usano la tovaglia dell'altare

Martedì 4 Gennaio 2022 di Yvonne Toscani
Sulle panche anche la tovaglia tolta dall'altare
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SAPPADA - Fuoco e fiamme all’interno della chiesetta del rifugio Sorgenti del Piave, a Sappada, poco distante dalla Val Visdende. Un angolo risulta completamente annerito, dal pavimento al soffitto. Chi si è intrufolato non si è fatto scrupolo nell’avviare le fiamme, azione compiuta poco distante dagli oggetti sacri. Davanti all’immagine della Madonna con il Bambin Gesù e il crocifisso, è stato appiccato, come nulla fosse, il fuoco. Dopo la segnalazione di un gruppo di escursionisti, i gestori del punto ricettivo, a quota 1.830 metri di altitudine, dove nel 2015 è stata apposta la Fiamma della Pace alla presenza degli eredi della casa asburgica, l’altro ieri sono saliti per un controllo. Purtroppo e con molto rammarico hanno dovuto constatare la brutta sorpresa. “Nella nostra chiesetta, che si trova vicino al rifugio – hanno scritto sulla pagina del proprio profilo Facebook, ringraziando gli escursionisti che li hanno avvisati – qualcuno ha forzato la porta d'entrata, poi ha pensato bene di accendere un fuoco all'interno, servendosi della legna del rifugio. È stata inoltre utilizzata la tovaglia che era sopra l'altare, lasciata poi a terra con disprezzo. Solitamente siamo abituati a scrivere di cose belle, ma questo non è il caso. Mai avremmo pensato di vedere una cosa del genere: è stato come un colpo al cuore”. I gestori spiegano che si capisce chiaramente che non si tratta di persone in cerca di "rifugio" dal freddo, anche perché, per queste necessità, il rifugio è dotato di stanza invernale, bensì di “soggetti che hanno compiuto un atto di vandalismo vergognoso”. Ed è questo il termine che ricorre spesso nella valanga di commenti al post. L'atto vandalico ha creato molto clamore nel social network. Negli oltre cento messaggi, in molti condividono la tristezza per il trattamento riservato al grazioso edificio, oggetto del deplorevole comportamento, altri evidenziano la mancanza di buona educazione, valori, dei limiti dell’ignoranza e di rispetto per la chiesa. “Ringraziamo chi dall'alto ha protetto la chiesetta – concludono i gestori – perché poteva non esserci più e, per chi ha commesso questi atti, non troviamo le parole per descrivere la loro ignoranza”. Si tratta di una chiesetta, molto ben curata, alla quale molti sono legati. Quanto accaduto sta suscitando un’attenta riflessione su un gesto che fortunatamente non ha avuto conseguenze peggiori, in termini di danni sia alla piccola struttura religiosa sia alla proprietà, in particolare boschiva, circostante il rifugio situato nella Val Sesis, alle pendici del monte Peralba, nelle immediate vicinanze della sorgente del fiume.

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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