Anziana lascia 360mila euro, i risparmi di una vita, alla casa di riposo: «Sono sola, garantitemi l’assistenza»

Mercoledì 20 Marzo 2024 di Mauro Favaro
Gli ospiti di una casa di riposo

TREVISO – «Vi lascio quello che ho per trascorrere serenamente gli anni che mi restano da vivere». È questo, in sintesi, quanto riferito da un’anziana di 82 anni che ha chiesto di poter versare 360mila euro all'Israa, i propri risparmi, in cambio dell’assistenza a vita nelle case di riposo dell'Ipab di Treviso. La formula è quella del vitalizio. E ora, dopo aver valutato il valore dell’assistenza in base a precisi criteri, il consiglio di amministrazione, guidato dal presidente Mauro Michielon, ha formalmente accettato la proposta che porterà alla firma del contratto di cessione di capitale a fronte del mantenimento, fino a quando sarà necessario. «La formula del vitalizio – spiega Giorgio Pavan, direttore dell’Israa – è molto apprezzata dalle persone sole con più di 80 anni che hanno un’economia da impiegare per la loro sicurezza, serenità e garanzia di qualità della vita per sempre».

I PRECEDENTI

Chi sceglie questa strada, quando possibile, conta sul fatto che poi non avrà più pensieri riguardo a pasti, bollette, assistenza sanitaria, manutenzione della casa e così via. Qualche anno fa un 78enne aveva lasciato all’Israa addirittura sei case tra Treviso, Spresiano e Conegliano, per un valore complessivo stimato in oltre 1,3 milioni, sempre in cambio dell’assistenza a vita. «Così ho la sicurezza che ci sarà chi si occuperà di me», aveva spiegato. A fronte di una popolazione che continua a invecchiare, non si tratta più di casi isolati. L’Ipab sta già valutando altre proposte di vitalizio. «Abbiamo diverse domande – conferma Pavan – la questione della garanzia dell’assistenza, qualunque cosa accada, è per gli anziani una grande certezza». Per quanto riguarda l’82enne, le tappe per il versamento dei 360mila euro sono già state messe nero su bianco: 50mila euro come acconto e poi un saldo di 310mila euro, anche in più soluzioni, entro tre mesi dall’ingresso in casa di riposo.

ASSISTENZA A DOMICILIO

Quando c’è la presenza della famiglia, invece, si possono fare scelte diverse. A partire dall’assistenza domiciliare. Anzi, questa rappresenta di fatto una nuova frontiera anche per gli anziani con Alzheimer, demenza e problemi cognitivi in generale. I dati del progetto rete Alzheimer condotto dall’Israa, finanziato dalla conferenza dei sindaci dell’Usl della Marca, sono netti. Il 90% dei 192 anziani seguiti gratuitamente a domicilio attraverso la Sezione alta protezione Alzheimer domiciliare (Sapad) resta a casa, evitando o almeno ritardando l’ingresso nei centri servizi. Le case di riposo della provincia sono comunque piene. Di più, ad oggi ci sono 2.300 anziani in lista d’attesa. Quel che è certo è che con l’assistenza domiciliare Sapad si offrono possibilità a più persone. «Viene predisposto un progetto sartoriale, misurato su ogni singola persona e ogni singola famiglia – fa il punto Pavan – gli interventi a domicilio vengono effettuati dagli operatori più indicati, in base alle esigenze. Ci si affianca alla famiglia, insegnando alla stessa famiglia come si gestisce una persona affetta da demenza». Il servizio sul territorio è gestito da Silvia Vettor, responsabile del centro specialistico per le demenze dell’Israa, che complessivamente segue 600 famiglie a domicilio. «Se viene data una mano alla famiglia, la famiglia ti ricambia non istituzionalizzando la persona, ma tendendola a casa – specifica il direttore – i risultati sono ottimi: su 192 anziani (oggi il limite massimo, ndr), 170 non hanno fatto domanda di accesso in casa di riposo». È il distretto sanitario a indicare le persone che possono essere seguite in questo modo.

IL RISPARMIO

Tra l’altro con un risparmio, sia per le famiglie, che non pagano la retta delle rsa, così come per le casse pubbliche. «Sul piano economico, l’intervento a domicilio costa al pubblico dai 600 ai 1.200 euro all’anno, a seconda delle intensità – evidenzia Pavan – se queste persone entrassero in casa di riposo, invece, la spesa pubblica, cioè il voucher regionale, ammonterebbe in tutto a quasi 20mila euro all’anno». «Quando ci si chiede cosa è possibile fare davanti alle graduatorie e alle liste d’attesa per le case di riposo – conclude – bisogna tener conto che questa è sempre più una delle possibili soluzioni».

Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 09:47

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