Mar Rosso, cosa è la missione europea Aspis: anche le navi italiane proteggeranno i mercantili dagli Houthi

Il via libera è atteso per lunedì 22 gennaio. Operazione per difendere il commercio mondiale

Giovedì 18 Gennaio 2024
Mar Rosso, cosa è la missione europea Aspis: anche le navi italiane proteggeranno i mercantili dagli Houthi

Anche l'Italia in campo con le sue navi nel Mar Rosso.

Si chiamerà Aspis, che in greco antico significa “scudo”, la missione europea a protezione dei mercantili dagli Houthi, i ribelli yemeniti che hanno attaccato ripetutamente navi e cargo commerciali che portano merci in Europa. E che di recente hanno colpito un’imbarcazione Usa con un missile. Una missione a cui parteciperà anche l’Italia. Il via libera all’operazione è atteso per lunedì 22 gennaio - riporta Open on line, quando i ministri degli Esteri dell’Unione Europea si riuniranno a Bruxelles per dare l’ok alla proposta della Seae, il Servizio per l’azione esterna dell’Ue. Su proposta di Josep Borrell, Alto Rappresentante per la politica estera di Bruxelles.

@ilmessaggero.it Gli Usa e la Gran Bretagna hanno lanciato attacchi contro postazioni Houthi in Yemen dopo che i miliziani hanno sfidato il monito a non proseguire i loro raid nel Mar Rosso. Ma cosa sta succedendo? Chi sono gli Houthi e perché rischiano di paralizzare il commercio mondiale? #ilmessaggero #houthi #yemen #marrosso #israele #gaza #palestina #guerra #perte ♬ Powerful songs like action movie music - Tansa

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Missione Aspis, i dettagli

La missione collaborerà con l’angloamericana Prosperity Guardian. Una decisione che arriva dopo l'escalation di tensioni e attacchi a navi e cargo. "Finora l’azione terroristica degli Houthi ha ridotto del 66% il volume dei container in transito nel Mar Rosso. Tra i più colpiti il settore dell’energia. Il Qatar, primo esportatore di Gas Naturale Liquefatto (Gnl) ha interrotto ogni transito delle sue navi gasiere in zona", rileva La Stampa. "Mentre il valore dell’import-export italiano che transita ogni anno per il Canale di Suez è pari a 148,1 miliardi di euro secondo Confartigianato". Annunciando il primo raid contro i ribelli yemeniti da parte di Usa e Gran Bretagna, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto che l’operazione serviva a difendere il commercio mondiale.

 

Da tempo i miliziani sciiti attaccano le navi in transito dopo lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas attraverso lanci di razzi e tentati dirottamenti. Nella zona passa circa il 12% dell’intero commercio mondiale. La missione coprirà la zona del Mar Rosso e del Golfo Persico. Intanto proseguono gli attacchi, mentre la decisione di cambiare le rotte di navigazione presa dagli armatori ha causato rallentamenti nelle consegne delle merci. Gli Houthi hanno dirottato una nave e attaccato anche un cacciatorpediniere Usa. Un cargo norvegese diretto in Italia ha subito un attacco. A spingere per la soluzione più ampia è stata proprio l’Italia insieme a Francia e Germania. La missione sarà agganciata a quella già esistente, ovvero Agenor. Le navi si avvicineranno ai confini con l’Iran. La marina militare italiana, spiega il quotidiano torinese, garantisce la presenza di due fregate. Ovvero la Fasan, che si trova in zona da poco prima di Natale, e la Martinengo.

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Houthi, cosa dice Tajani

La Fasan è in fase di ritiro, come già successo a settembre per la Luigi Rizzo, nel frattempo rientrata a La Spezia. Il ministro della Difesa Antonio Tajani ha detto che per la missione italiana nel Mar Rosso ci vorrà un passaggio parlamentare. «Siamo pronti ad andare in parlamento e a illustrare tutte le attività che stiamo svolgendo per garantire la sicurezza della navigazione». Per Tajani l’operazione potrebbe rappresentare un viatico «per la creazione di una difesa comune europea». «Questo è un caso decisivo: su una crisi che impatta sulla nostra sicurezza e sulla nostra economia, anche i cittadini più distratti capiscono che le nostre navi e le nostre merci devono avere libertà di circolazione. Dobbiamo fare con la difesa quello che abbiamo fatto venti anni fa con l’euro».

«Il Mar Rosso è la rappresentazione esemplare del bivio in cui si trova l'Europa. Affida le misure offensive necessarie per la sua stessa sicurezza a Usa e Uk, due potenze non europee, mentre dibatte su una missione puramente difensiva e di scorta navale», ha dichiato l'ambasciatore Giampiero Massolo all'Huffington Post. «È comprensibile che questo avvenga - afferma - perché esiste un problema di opinioni pubbliche specie in periodo di elezioni. Ma se l'Europa volesse contare, dovrebbe porsi il tema di incidere sulle cause dei blocchi navali nel Mar Rosso più che sugli effetti e decidere di partecipare alle azioni offensive degli anglo-americani». Si tratta di una vicenda che «ci riguarda», sottolinea: «il Mar Rosso è un esempio di come una via di comunicazione possa essere militarizzata: gli scambi internazionali usati come arma. Nel momento in cui viene limitato il traffico in un tratto di mare in cui passa il 12 per cento dei traffici mondiali, hai due fenomeni: aumento delle pressioni inflazionistiche ed effetti depressivi per i paesi direttamente destinatari dei traffici. È la classica derivata di un conflitto più generale che si sta già espandendo».

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Mar Rosso, la strategia degli Houthi

Da qui una accelerata dopo un momento in cui l'Occidente ha temporeggiato, anche perché i ribelli yemeniti Houthi hanno promesso di continuare gli attacchi contro le navi nel Mar Rosso in solidarieta con il popolo palestinese, dopo aver incolpato le forze americane e britanniche per una nuova serie di attacchi nello Yemen. «Continueremo a prendere di mira le navi dirette ai porti della Palestina occupata, indipendentemente dall’aggressione statunitense-britannica per cercare di fermarci», ha detto un funzionario Houthi al canale ribelle al-Masirah.

«I primi numeri sono preoccupanti: le compagnie portuali hanno avuto una diminuzione delle chiamate del 30-45%, sulla rotta Genova-Shanghai abbiamo assistito a un incremento dell’85% dei noli, su Rotterdam si arriva al 133%. Il cambio di rotta da Suez al Capo di Buona speranza implica il 54% in piu dei costi per il carburante. Per non parlare del costo delle polizze assicurative navali letteralmente esploso nella seconda settimana di gennaio e che, secondo le stime, e destinato ad aumentare ancora dal 200% al 400 per cento». Cosi Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, in una intervista a Il Sole 24 Ore parlando della crisi nel Mar Rosso. «Bisogna pensare che nel Canale di Suez passa il 12% del commercio globale, il 30% di tutto il business container mondiale e il 40% del commercio tra Asia ed Europa. E poi se lo andiamo a declinare sui Paesi mediterranei arriva a superare il 60%. Sulle misure da mettere in campo, c’e gia qualcosa nel decreto Milleproroghe con la copertura di alcuni aiuti per i lavoratori portuali. Sul resto stiamo lavorando, soprattutto per normalizzare i costi».

Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 08:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA