L'inchiesta promossa sull'Onu da UN Watch, una ong che ha sede a Ginevra, ha fatto affiorare un aspetto della guerra a Gaza inquietante sul quale si stanno concentrando le attenzioni internazionali, soprattutto in vista del post guerra (quando sarà).
Gaza, Idf mostra video di miliziani Hamas che sparano da scuola Onu
«Questa è la madre dell'incitamento fuoriuscito dagli insegnanti dell'UNRWA al terrorismo jihadista» ha sottolineato Hillel Neuer, direttore esecutivo di UN Watch, l'organizzazione non governativa con sede a Ginevra che ha il compito di monitorare l'organismo mondiale.
Il gruppo di chat di Telegram che era nato per supportare gli insegnanti ora contiene dozzine di file inqualificabili per dei documenti. Foto, messaggi condivisi che incoraggiano il terrorismo jihadista e celebrano apertamente il massacro di Hamas e lo stupro dei civili. Naturalmente i post odiosi sono stati tutti resi pubblici.
A Gaza City presi d'assalto i camion che trasportano farina e cibo
L'insegnante dell'UNRWA Waseem Ula, per esempio, chiede di uccidere gli israeliani e esalta il massacro del 7 ottobre. Successivamente pubblica una foto di un gilet pieno di esplosivi, di quelli che indossano i terroristi che si fanno saltare in aria, con la didascalia: "Aspettate, figli dell'ebraismo". Ula ha anche glorificato un autore del massacro del 7 ottobre definendolo "martire di Qassami", "amico" e "fratello". Ha pregato Allah di "ammetterlo in paradiso senza giudizio". Waseen è solo un esempio. L'insegnante Abdallah Mehjez esorta, invece, i civili di Gaza a non obbedire agli avvertimenti per uscire dal pericolo delle bombe e servire invece come scudi umani. Prima di questo lavoro era uno stringer per la BBC.E ancora, tale Shatha Husam Al Nawajha (contratto UNRWA #30030836) condivide ha esultato: "Hanno allattato Jihad con il latte delle loro madri. Che Allah conceda loro la vittoria". A questo si aggiunge un altro aspetto ripugnante della guerra, il sistematico e continuo indottrinamento all'odio dei bambini. Tutto il materiale è disponibile sul sito di UN Watch che ha reso pubblico lo studio fatto.