Il Mes questo sconosciuto e per quali ragioni l'Italia continua a ritardarne l'approvazione

Mercoledì 13 Dicembre 2023

Caro direttore,
ho ascoltato da veri esperti il tentativo di spiegare il meccanismo del cosiddetto salvatati denominato Mes. Io sono un semplice cittadino pensionato che sta un po' attento a quello che gli succede attorno, e questa ruspante mia attenzione mi ha portato ad interpretare il Mes come una polizza assicurativa che copre i rischi di danni del valore superiore ai massimali consueti. Ammettiamo che con la mia guida imprudente ed insicura rischi di provocare con la mia auto la morte di un signore del petrolio la cui vita vale molto di più di qualche miliardo di euro. Ammettiamo che mi si offra una polizza che mi assicuri contro questo rischio devastante per le mie finanze, contenente però, al verificarsi del fattaccio, alcune restrizioni postume: non potere guidare un'auto superiore a 1000 c.c. di cilindrata, non superare la velocità massima di 80 Kmh, non guidare fuori dalla provincia di residenza, revisionare la patente ogni 12 mesi. Sono certo che a queste condizioni anche i più fanatici del Mes rifiuterebbero la polizza optando per una guida più oculata.


Leonardo Agosti
Cadoneghe (Pd)


Caro lettore,
diciamo che la sua è una semplificazione efficace e che coglie nel segno, ma anche un po' troppo colorita.

Il Mes, il meccanismo europeo di stabilità, funziona diversamente da una polizza: lo si sottoscrive e si può poi decidere o meno di utilizzarlo, pagandone i relativi costi. Ed è proprio su questi ultimi che si fondano le riserve che una parte della maggioranza di governo nutre nei confronti di questo Meccanismo e che hanno allungato i tempi della sua approvazione da parte dell'Italia. Dopo diversi rinvii, era previsto che il voto finale sul Mes avvenisse domani, ma quasi certamente slitterà ancora, probabilmente a metà gennaio. Ma questo ulteriore allungamento dei tempi non si giustifica con la richiesta di modifiche. Bensì con la più ampia trattativa in corso tra il governo Meloni e la Commissione europea e di cui il Mes è diventato un tassello: andrà al suo posto solo e se il governo avrà da Bruxelles risposte giudicate soddisfacenti su due altri fronti, ritenuti assai più importanti e strategici. Incassata infatti l'approvazione da parte dell'Unione del nuovo Pnrr riveduto e corretto, il governo italiano è impegnato a discutere con la Commissione europea due questioni, insieme complesse e delicate. La prima è il nuovo Patto di Stabilità, dove l'Italia vorrebbe fossero inserite nuove regole di gestione, in particolare lo scorporo delle spese per investimento dal calcolo del debito/deficit, una riforma che darebbe più respiro all'azione del governo nella gestione del bilancio. In secondo luogo la definizione delle azioni, e dei fondi da destinare ad esse, che l'Europa intende (finalmente?) mettere in campo sul fronte dell'immigrazione. C'è da credere che finché queste due matasse non verranno sbrogliate, il governo italiano non darà nessun via libera al Mes. E non sottoscriverà alcuna polizza europea.

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