Chi insulta il segretario del proprio partito sa che rischia l'espulsione. Ma probabilmente è proprio ciò che cerca

Giovedì 7 Marzo 2024

Caro direttore,
sono un elettore da sempre della Lega. E sto seguendo il dibattito interno al partito. Mi ha colpito la discussione che è partita su alcune dichiarazioni dell'europarlamentare Da Re che su un giornale ha insultato pesantemente sul piano personale Salvini e nei cui confronti è scattata quindi una procedura di espulsione. Qualcuno dentro la Lega non è però d'accordo e parla di caccia alle streghe nei confronti degli oppositori del segretario nazionale. Lei cosa ne pensa?

L.F.
Treviso


Caro lettore,
le espulsioni nei partiti sono provvedimenti disciplinari su cui speso aleggia il sospetto che vengano usate per tacitare o cancellare il dissenso interno.

E questo lo sa bene anche Gianantonio Da Re che quando era segretario "national", ossia veneto, della Lega, non ha certo lesinato nell'uso di tale strumento. In questo caso però mi pare che la situazione sia un po' diversa. E direi che prescinde anche dall'opinione chi si può avere sulle mosse e sulle strategie politiche di Matteo Salvini. Militare o essere iscritti a un partito o a un'associazione non è un obbligo, ma una scelta. Se ad un certo punto si ritiene di non condividerne più le decisioni e il percorso, si hanno due possibilità. Si esprime il proprio dissenso nelle sedi opportune o anche pubblicamente e si fa una battaglia politica interna per far prevalere le proprie idee. Si può vincere o soccombere, naturalmente, ma queste sono le logiche della politica. Altrimenti si prende atto che le strade si sono divise e ci si fa da parte: ci si può dedicare ad altro o aderire ad un'altra organizzazione. Ma dare del "cretino" (e non solo) al segretario del proprio partito, come ha fatto Da Re nei confronti di Salvini, non è un modo per esprimere dissenso o contestare una linea, significa solo irridere e insultare. È una categoria che non appartiene alla politica o al confronto politico. Del resto: che discussione o dibattito ci può essere con chi ti dà o ti considera un cretino? Chi assume comportamenti e usa espressioni di questo tipo si mette automaticamente fuori da un partito. E non è molto credibile se poi urla alla censura o alle manovre nei propri confronti, perché quando ha pronunciato quelle parole sapeva benissimo a cosa andava incontro. Non solo: con ogni probabilità proprio a questo mirava. A creare l'incidente, a farsi espellere per indossare poi i panni del martire e dell'oppositore irriducibile e tutto d'un pezzo, vittima del sistema. Naturalmente anche questa può essere una strategia politica. Basta essere chiari.

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