Influenza suina, perché è tornata? Come riconoscerla, sintomi, durata e vaccino

Giovedì 11 Gennaio 2024 di Graziella Melina
Influenza suina, perché è tornata? Come riconoscerla, sintomi, durata e vaccino

Se gli italiani in questi giorni si ritrovano al letto con la febbre, molto probabilmente potrebbe trattarsi della cosiddetta “influenza suina”.

Secondo la nota di ieri dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), al momento la quasi totalità dei casi positivi è infatti dovuta a infezioni da virus AH1N1pdm09. Il responsabile dei malanni di stagione, purtroppo in alcuni pazienti anche in forma grave, è in sostanza un ceppo “derivante da quello che ha causato la pandemia influenzale nel ‪2009-2010‬, ma – tranquillizza l’Iss - è fra quelli normalmente circolanti nel mondo in questi ultimi anni”. Per evitare dunque di finire in ospedale, è fondamentale la vaccinazione antinfluenzale.

Perché si chiama influenza suina 

“Il ceppo che sta circolando – spiega l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene all’Università del Salento - emerse in Messico nel 2009 e ha forti componenti suine. Ma dal punto di vista della costituzione del virus e dei sintomi, si tratta di un virus influenzale di tipo A, circola in tutto il pianeta, seppure con mutazioni che però non sono in grado di cambiare drammaticamente il quadro della malattia”. Per gli esperti, insomma, non si tratta di un virus sconosciuto. “L’AH1N1pdm09 - precisa Massimo Ciccozzi, ordinario di Epidemiologia statistica all’Università Campus Bio-medico di Roma – presenta una ricombinazione nel suo genoma tra ceppi aviari, suini e umani”.  

Perché è tornata

“Il virus influenzale non lo puoi eradicare perché il serbatoio è animale – precisa Ciccozzi – A differenza del vaiolo, che siamo riusciti a eradicare perché il serbatoio era l’uomo, quindi per liberarcene è bastato vaccinare tutti”. Non dimentichiamo poi che “a livello evolutivo, mentre il sars cov2 più circola e infetta e più si adatta all’uomo - tant’è che è aumentata la contagiosità ma non la virulenza - il virus influenzale h1n1 ha un corredo genetico costituito da 8 “bastoncini” in sequenza: nella ricombinazione si scambiano e a questo punto per proteggerci basta aggiornare il vaccino”. In ogni caso, mentre il covid è presente tutto l’anno, il virus influenzale colpisce solo durante la stagione invernale. 

È un’influenza rischiosa 

“L’influenza è una malattia impegnativa, non è mai banale”, rimarca Lopalco. Oggi, però, aggiunge Ciccozzi, “probabilmente può dare sintomi più forti, per esempio una febbre più alta, a 39 per 3-4 giorni, dolori articolari anche importanti e tosse. Non dimentichiamo che per gli anziani lo stato febbrile causato dal virus influenzale è molto debilitante; spesso si può manifestare anche una sovrapposizione batterica. Non è un caso se in terapia intensiva osserviamo anche pazienti con polmoniti che sembrano causate dal covid, e invece sono dovute a questo ceppo influenzale”. Purtroppo, anche con l’influenza si può rischiare la vita - come nel caso dei due pazienti del Veneto - se il virus colpisce persone fragili e non vaccinate. 

Come proteggersi 

“Il vaccino oggi disponibile è assolutamente in grado di coprire questo tipo di virus – sottolinea Lopalco - Il problema è che purtroppo c’è una scarsa attitudine alla vaccinazione, nonostante l’indicazione a proteggere anche i bambini piccoli, oltre che le persone con più di 60 anni”. C’è sempre tempo per vaccinarsi ed evitare il peggio. “Oggi il virus h1n1 si manifesta con una intensità addirittura superiore al covid 19: gli adulti sani sono infatti protetti dal sars cov 2, in parte perché vaccinati, oppure perché - a causa della forte circolazione pandemica - hanno avuto comunque infezioni naturali durante gli anni scorsi”.

Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 09:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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