Renzi e Calenda, divorzio difficile: Iv e Azione a caccia di alleati per centrare il 4% alle Europee

Per Bruxelles ipotesi asse con Cateno De Luca

Venerdì 4 Agosto 2023 di Andrea Bulleri
Terzo polo, divorzio difficile: Iv e Azione a caccia di alleati per centrare il 4% alle Europee

Due passi avanti e tre indietro. Il divorzio in Parlamento tra Renzi e Calenda rischia di essere il nuovo romanzo rosa dell’estate. Quasi come Totti e Ilary un anno fa. «Si scindono? Non si scindono?». Già, perché dopo l’escalation di accuse e contro-accuse tra l’ex premier e l’ex ministro (da ultimo su salario minimo, cene al Twiga e premierato), il d-day della rottura dei gruppi a Camera e Senato tra Azione e Italia viva era previsto per oggi. Invece, per il momento, tutto rimandato. Il motivo? Il Senato, da questa mattina, è chiuso per ferie: ci si rivede il 5 settembre. E dunque il collegio di presidenza di palazzo Madama, nel quale si sarebbe dovuta formalizzare la nascita del nuovo gruppo dei sei senatori renziani (Italia viva - Centro riformista) e il passaggio al Misto della pattuglia calendiana (che con 4 eletti non riuscirebbe costituire un gruppo autonomo) non si riunirà prima della ripresa dei lavori.

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Ma c’è anche una ragione più “politica” che spinge a prendere tempo. Ed è la partita delle Europee. Perché per passare a Bruxelles serve il 4%. E a guardare i sondaggi entrambi i contendenti, da soli, rischiano di non superarla. Per questo Calenda nelle scorse ore ha recapitato agli ex alleati un messaggio che suonava più o meno così: «Se Renzi vuole lasciare i gruppi eletti con il simbolo in comune è una sua decisione che rispettiamo. Ma – è l’avvertimento – non daremo alcuna garanzia sulla costruzione di una lista comune alle Europee». Lista la cui possibilità di nascere appare «molto più remota rispetto a qualche mese fa».

Anche dentro Iv è di questo che si ragiona. E il messaggio è più o meno lo stesso, a parti invertite. «I gruppi uniti hanno senso se il percorso comune in vista delle Europee esiste ancora», riflette un big renziano: «Se così non è, meglio prenderne atto subito e andare ognuno per la propria strada». Nessuno dei due ex soci del Terzo polo, insomma, vuol restare col cerino della rottura in mano. E dentro Iv non hanno gradito affatto quella nota fatta filtrare da Azione secondo cui la separazione si sarebbe consumata oggi: «Le decisioni di Iv saranno comunicate da Iv. E Carlo – ha detto ieri Renzi ai suoi – come al solito ha fatto tutto da solo». 

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IL CORTEGGIAMENTO


Nel frattempo, però, allo scenario dei gruppi separati si continua a lavorare eccome. Tanto che secondo i rumors Calenda avrebbe cominciato a sondare potenziali nuovi acquisti al Senato, soprattutto nelle Autonomie, per creare una formazione autonoma. Mentre Tatiana Rojc, del Pd, smentisce le voci di un passaggio coi calendiani proprio a questo scopo: «Chiacchiere agostane senza fondamento: non vado in prestito da nessuna parte». L’alternativa, se divorzio sarà, sarebbe il Misto. Il che significa minor tempo di parola, ma anche meno fondi. Alla Camera invece – dove entrambi i gruppi potrebbero nascere in deroga visto che Azione conta 11 eletti e Iv 10 – al centro del corteggiamento ci sarebbe +Europa. Tutt’altro che desiderosa, pare, di prestare i propri parlamentari per operazioni simili. 
In ottica Europee, invece, chissà. Perché anche la formazione guidata da Riccardo Magi è data sotto al 4%: per ottenere eletti a Bruxelles (e possibilmente strappare un seggio per Emma Bonino) ha bisogno di un alleato. Che possa essere Calenda? Difficile, visto che dentro +Europa in molti considerano l’ex ministro «inaffidabile», dopo il cambio di alleanza all’ultimo minuto prima delle scorse politiche. Ma non impossibile. L’intenzione di provarci, almeno da parte di Azione, c’è.

 
IL RUOLO DI DE LUCA


E poi c’è l’altro grande corteggiato di queste ore, sia da Renzi che da Calenda. L’animatore di Sud chiama Nord Cateno De Luca, già sindaco di Messina e attuale primo cittadino di Taormina. Accreditato, nella sua Sicilia, di percentuali che vanno dal 15 al 20%. E dunque potenzialmente in grado, da solo o quasi, di scavallare la soglia del 4% alle Europee. Alle quali, nessuno lo mette in dubbio, Cateno sarà in campo. Chi ci ha parlato nelle ultime ore però lo descrive come concentrato a sbarcare sulla scena nazionale, con una candidatura nel collegio uninominale di Monza il prossimo ottobre. «Non disturbatemi fino ad allora», ha già messo le mani avanti con Renzi e Calenda il diretto interessato. Dopo, invece, i giochi sono aperti. 

 

Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 08:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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