Comincia ad allargarsi il gruppo dei sostenitori di Stefano Bonaccini nella corsa alla segreteria del Pd.
Ma la decisione, ormai, sarebbe presa. E va nella direzione auspicata da molti dem, come il primo cittadino di Firenze Dario Nardella, ossia quella di un fronte comune di sindaci e amministratori per rilanciare il partito. Tanto più che, al gruppo dei supporter di Bonaccini, sarebbe intenzionato a iscriversi pure un altro esponente dei dem del sud, il governatore campano Enzo De Luca. Un asse che potrebbe risultare decisivo nella corsa del presidente dell'Emilia verso la segreteria, visto che il governatore al momento viene considerato più forte al Nord, mentre sarebbe ancora poco conosciuto nel Mezzogiorno. Proprio per questo Bonaccini ha scelto la Puglia per cominciare il suo tour attraverso l'Italia, per poi proseguire in Molise e Abruzzo. Si comincia domani nel primo pomeriggio, da Cerignola, nel Foggiano, con la visita ai luoghi legati alla memoria di Giuseppe Di Vittorio, padre costituente e tra i fondatori del sindacato in Italia. Poi alle 16,30 appuntamento a Bari, per un incontro pubblico insieme al sindaco Decaro e al presidente Emiliano.
Il congresso, dunque, entra nel vivo. E si profila sempre più come una sfida a due tra Bonaccini e la sua ex vice alla guida dell'Emilia, Elly Schlein (anche se Paola De Micheli, ex ministra delle infrastrutture, è decisa più che mai a dare battaglia). Tanto più Matteo Ricci, possibile quarto competitor in corsa per la poltrona di segretario, ha annunciato oggi che non sarà della partita, per sostenere invece Stefano Bonaccini.
Una corsa (quasi) a due, dunque. Con Elly Schlein che, secondo diversi sondaggisti, pur partendo in svantaggio (per Ipsos di Nando Pagnoncelli sarebbe accreditata del 12 per cento dei consensi, contro il 25 del suo rivale Bonaccini) potrebbe rimontare ai gazebo. Dal momento che il suo profilo, è il ragionamento, potrebbe mostrare particolare appeal sui giovanissimi, che alle primarie dem in calendario il 19 febbraio potranno votare a partire dai 16 anni. La sfida, dunque, è aperta. E - nel Pd lo ripetono in molti - non era mai stata così incerta.