Liste in Veneto/ Ecco i nomi: mal di
pancia Pdl, Hack con Democrazia Atea

Lunedì 21 Gennaio 2013 di Giorgio Gasco
Fabrizio Comencini (Liga Veneta) e Margherita Hack (Democrazia Atea)
VENEZIA - Molti avrebbero scomesso nel rinvio. Invece, in zona "Cesarini", il Pdl del Veneto ha presentato le sue liste per entrambe le circoscrizioni della Camera e per il Senato. Gli elenchi del partito del "presidente Berlusconi" e quelli della Lega, erano i più attesi alla verifica dei tribunali e della Corte d’Appello di Venezia, nella prima giornata (si chiude questa sera alle 20) del deposito dei nominativi dei candidati.



Intanto i simboli. Ieri ne sono stati depositati 13 per il Senato, 8 per la circoscrizione Veneto 2 (comprende le province di Venezia, Treviso e Belluno) e 7 per la circoscrizione Veneto 1 (Padova, Vicenza, Verona, Rovigo). Rispetto alle anticipazioni degli ultimi giorni, non ci sono novità. Per il Pd, restano confermate le posizioni di testa; lo stesso per l’Udc e la lista Monti.



Per Pdl e Lega restano le bocciature di molti "vecchi" big (forse la sforbiciata più evidente è stata fatta dal Carroccio). Ma «anche noi non abbiamo scherzato», commenta Marino Zorzato, vicepresidente della Giunta regionale, vicecoordinatore veneto del partito e soprattutto mediatore, insieme al coordinatore Alberto Giorgetti, con Palazzo Grazioli. E spiega che su 24 parlamentari uscenti, tra Camera e Senato, solo 10 sono stati ricandidati. Ebbene «di qui parte il rinnovamento» si esalta Zorzato, spiegando che questa volta «abbiamo imposto la valorizzazione di quanti si sono impegnati nel partito senza guadagnarci una lira». Si riferisce agli assidui militanti, ai numerosi amministratori e coordinatori provinciali (menziona Marin, Zanettin, Dalla Tor, Zuin, Marconcini, Piccoli). Insomma, soddisfazione «perché - aggiunge il vice coordinatore - mi pare di essere riuscito a mediare rinnovamento con qualità delle liste». Questo secondo lui.



Ma nel partito, anche a liste presentate, i maldipancia continuano. C’é chi denuncia la massiccia presenza di esponenti della provincia di Padova; c’é chi, ancora, non ha metabolizzato il ripescaggio dell’ex ministro Sacconi nonostante si fosse speso per Monti; c’é chi ironicamente si domanda se è opportuno magnificare il rinnovamento, quando, dicono, «tutto si è limitato, almeno in Veneto ad escludere dalla candidatura Brancher, Bonazza Buora, Ascierto, Bellotti».



In attesa dell’esito delle urne per capire chi potrà fregiarsi di aver centrato l’obiettivo, tra le liste presentate compaiono quelle espressione dell’autonomia come Indipendenza Veneta, Veneto Stato, Liga Veneta con capolista Fabrizio Comencini il veronese che nella seconda metà degli anni Novanta ha rovinato i sonni di Bossi generando il primo rumoroso strappo nella Lega. Poi c’é il Mir dell’imprenditore Samorì, Forza Nuova, Rivoluzione Civile dell’ex magistrato Ingroia, Fermare il Declino di Oscar Giannino. Ovviamente Sinistra e Libertà che alla Camera si presenta in autonomia rispetto alla coalizione con il Pd al Senato. E la fantasia ha scovato anche una Democrazia Atea che presenta come capolista l’astrofisica Margherita Hack.
Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 17:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento