LA RETE
Ma una prima ricostruzione fatta dal Jerusalem Post sulle responsabilità della mancata sorveglianza nei confronti dei terroristi di Hamas sembra confermare che il premier aveva detto la verità. I servizi segreti non consideravano più il gruppo terroristico che controlla la Striscia un pericolo: erano convinti di averlo smantellato nella battaglia del maggio 2021, battezzata «Guardiano delle mura», e di avere distrutto la maggior parte dei tunnel nei quali Hamas nasconde le armi e i centri di comando. Gli ufficiali dell'esercito erano convinti di avere operato così bene da rendere inservibili centinaia di chilometri della «metropolitana», com'è chiamata la rete sotterranea di tunnel che si trova sotto Gaza City. A convincerli ancora di più che Hamas non avrebbe rappresentato un pericolo nel prossimo futuro c'era anche il fatto che il gruppo terroristico non aveva collaborato con la Jihad islamica palestinese negli scontri degli ultimi due anni con Israele. Non partecipare a questi combattimenti è stato costoso per la reputazione di Hamas dentro la Striscia, cosa che ha convinto i servizi e l'Israel defence force che il gruppo terroristico stesse ancora riprendendosi dalla batosta subita e non avesse alcuna intenzione di attaccare Israele nell'immediato futuro.
Nell'attacco ai kibbutzim i tunnel sono stati solo uno dei fattori che hanno favorito il blitz, ma ora l'esercito e i servizi di intelligence si domandano fino a che punto questi errori di valutazione continuino a essere presenti nella dura risposta israeliana di questi giorni. «L'Idf ha scritto il Jerusalem Post - si sente così onnipresente in superficie ed è migliorato così tanto nella sua capacità di identificare alcuni ingressi di tunnel che potrebbe ancora sovrastimare la sua capacità di identificare, combattere e uccidere gli operativi di Hamas sottoterra». La distruzione dei tunnel è stato uno degli obiettivi principali dell'esercito israeliano sia nella guerra del 2014 che in quella del 2021 e ogni volta si è imparato qualcosa, migliorando le procedure per individuare gli ingressi e intervenire con maggiore sicurezza. Ma anche Hamas si è evoluto, perfezionando la tecnica degli scavi e disponendo di risorse sempre più vaste dai Paesi amici e dai numerosi sostenitori nel mondo arabo. Le vittorie ottenute dall'Idf nello stanare i terroristi potrebbero dunque non essere così risolutive come sembrano. Gran parte della raccolta di informazioni di Israele si basa su droni, aerei e satelliti che svelano solo una parte della verità. Sarebbero più utili informatori sul posto, che i servizi però non sembrano avere infiltrato a Gaza visto quanto è accaduto il 7 ottobre.