Coronavirus, un vicentino nell'epicentro del contagio, con due figli. Uscendo per strada sembra di camminare in una città fantasma e per evitare il contagio sono tutti costretti a barricarsi in casa. Come racconta il quarantaseienne vicentino Lorenzo Mastrotto, impiegato in un'azienda meccanica, moglie cinese e due bimbi. Dice di sentirsi praticamente intrappolato e ha confermato al Messaggero la volontà di rientrare in Italia e il supporto e l'assistenza fornita dall'Unità di crisi. Racconta che insieme alla famiglia passa da giorni gran parte del tempo in casa. Ieri è uscito solo per fare un po' di rifornimento al supermercato, «che era ancora ben fornito». Nei giorni scorsi, un altro italiano bloccato a Wuhan, Lorenzo Di Berardino, studente abruzzese, ha raccontato invece che la città è praticamente deserta e che sugli scaffali dei supermercati non si trova più nulla. Ha documentato tutto via Twitter, con video e fotografie.
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Tra gli italiani a Wuhan c'è incertezza sulle prossime mosse. «C'è scarsa chiarezza. E se fosse un ospedale militare per la quarantena cosa succederebbe dopo?», dice uno di loro. «La sensazione - osserva un altro - è che la Cina non voglia rompere il fronte del divieto di lasciare la città». Inoltre, si ragiona, un trasporto in autobus è considerato «rischioso» e quindi in molti preferirebbero, senza un percorso più chiaro, restare chiusi in casa a Wuhan.