Avanza il fisco digitale. Il periodo transitorio, che finora aveva permesso alle partite Iva in regime forfettario con redditi inferiori a 25 mila euro di continuare a emettere le fatture su carta o in formato pdf, si conclude infatti la domenica di Capodanno.
LA PLATEA
Dal primo gennaio, dunque, per 500 mila autonomi che ancora non avevano aderito alla e-fattura – tante sono le partite Iva interessate dal cambiamento – scatteranno i nuovi obblighi.
Negli scorsi mesi il ministero dell’Economia ha comunicato che le persone fisiche titolari di partita Iva che hanno presentato dichiarazione per l’anno d’imposta 2021 sono circa 3,7 milioni. I soggetti aderenti al regime forfetario risultano circa 1,7 milioni, con un reddito imponibile pari a 25,2 miliardi di euro, per un valore medio di 15.601 euro, e con un’imposta sostitutiva (15% o 5% per i primi cinque anni di attività) pari a 3 miliardi di euro, per un valore medio di 1.874 euro. Attenzione perché passano al nuovo metodo di fatturazione anche i contribuenti che ancora applicano il regime dei vecchi minimi e gli enti del terzo settore nel regime forfettario. Chi non aderisce al nuovo regime va incontro a sanzioni di importo compreso tra il 5 e il 10% dei corrispettivi non documentati o non registrati, dice la legge, con un minimo di 500 euro, ovvero di importo tra 250 e 2 mila euro, se l’irregolarità non rileva neppure ai fini della determinazione del reddito. Le fatture elettroniche sono nate per favorire la digitalizzazione del sistema fiscale, combattere le frodi e contrastare l’evasione. Capitolo controlli.
L’AGGIORNAMENTO
A partire da febbraio verrà aggiornato anche il documento contenente l’elenco delle verifiche effettuati dal Sistema di interscambio sul file fattura, per permettere un incremento di quantità e qualità dell’interoperabilità dei dati ai fini dell’attività di accertamento e controllo condotta dall’Agenzia delle entrate e dalle altre amministrazioni pubbliche dello Stato. Il Sistema di interscambio è una sorta di postino virtuale che si occupa del controllo, dell’invio e della ricezione delle fatture elettroniche. Altra novità. Dall’anno d’imposta 2024 forfettari e vecchi minimi smetteranno di ricevere la certificazione unica dei redditi di lavoro autonomo. In altre parole, quelle in arrivo il prossimo anno saranno le ultime certificazioni uniche per i forfettari da parte dei sostituti d’imposta.