Assegno di inclusione, ecco per chi arriverà lo stop ai pagamenti di aprile. Cosa fare e quali sono le eccezioni

Nel caso in cui manchi l'Isee 2024, le prestazioni già in corso di erogazione (basate su un Isee 2023) verranno sospese fino alla presentazione della nuova Dichiarazione sostitutiva unica

Venerdì 29 Marzo 2024
Assegno di inclusione, stop ai pagamenti per chi è in ritardo con le procedure. Ecco cosa fare e quali sono le eccezioni

Brutte notizie ad aprile per chi beneficia dell'assegno di inclusione: in certi casi, infatti, si potrebbe incorrere nella sospensione dei pagamenti. Il rischio si corre se non si rispettano i termini entro i quali le famiglie che percepiscono il sostegno devono presentarsi presso i servizi sociali comunali per la presa in carico, la valutazione multidimensionale del nucleo e la firma del Patto di inclusione.

 

L'assegno di inclusione

Sono oltre 589 mila le famiglie beneficiarie dell'assegno di inclusione per oltre 1,2 milioni di persone coinvolte: l'Inps fornisce i nuovi dati sui nuclei che ricevono la misura contro la povertà che ha sostituito da gennaio il reddito di cittadinanza, ricordando che i numeri sono in continuo aggiornamento e che a regime il beneficio dovrebbe raggiungere 737mila nuclei. Dal 27 marzo è in pagamento l'importo di marzo per i nuclei familiari che hanno già il beneficio in corso e per quelli che hanno inoltrato domanda nei mesi precedenti, la cui istruttoria si è, nel frattempo, conclusa positivamente e che risultano avere il patto di attivazione digitale sottoscritto entro febbraio. Per le famiglie che a marzo ricevono il primo pagamento l'accredito è arrivato il 15 marzo. L'Inps ha ricordato che il 27 marzo, verranno anche disposte le decadenze per le domande per le quali, in sede di rinnovo, non risulti confermato il possesso dei requisiti e la necessità per la mensilità di marzo dell'Isee aggiornato. 

La possibile sospensione

Nel caso in cui manchi l'Isee 2024, le prestazioni già in corso di erogazione (basate su un Isee 2023) verranno sospese fino alla presentazione della nuova Dichiarazione sostitutiva unica.

L'erogazione verrà ripresa dopo che, sulla base dell'Isee in corso di validità, verrà confermato il possesso dei requisiti per l'accesso alla prestazione. Per quanto riguarda la convocazione presso i servizi sociali, di solito sono quest'ultimi a procedere con la convocazione, ma in certi casi si sono riscontrati dei rallentamenti. Il rischio è quello di non rispettare, in certi casi, la scadenza fissata dalla normativa, pari a 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale, passaggio essenziale ai fini della percezione della misura di sostegno. La legge, tuttavia, non ammette ritardi, né giustifica chi non è stato convocato per tempo. 

Il ritardo per “colpa” dell'Inps

Può succedere che nonostante tutte le procedure siano avvenute per tempo, l’Inps si sia preso più tempo per la conclusione della fase istruttoria. È prevista a quel punto un'eccezione: nel caso in cui la scadenza dei 120 giorni intervenga in prossimità della conclusione delle verifiche istruttorie, l’Inps provvederà comunque all’erogazione delle prime 3 mensilità spettanti. Gli altri pagamenti saranno invece sospesi, fino a quando non avrà luogo l’incontro con i servizi sociali.

 

Il consiglio

In assenza di appuntamento è comunque consigliato recarsi spontaneamente dai servizi sociali, quantomeno per sollecitare la convocazione e assicurarsi che la procedura di presa in carico venga completata in tempo. Il secondo consiglio, invece, è quello di presentarsi all'apputamento con tutti i membri del nucleo familiare, anche i figli minori, così da velocizzare e semplificare tutte le procedure.

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