«Pietro era un figlio della tv a cui non piaceva la tv.
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Il conduttore tv ne parla come se fosse un fatto accaduto ieri: «Sono già passati 10 anni? Gli voglio veramente bene, ho tanti ricordi. Una volta ci incontrammo al teatro Olimpico per lo spettacolo Hello Kitty. Io ero con le mie figlie, lui con la sua, in braccio. Mi parlò 30 minuti di seguito, aveva voglia di raccontare, di aprirsi, di ascoltare. Con la sua personalità, così forte, era fenomenale: si godeva la vita in tutto. Appena uscito dal Grande fratello, fece un anno a 1.000 all'ora. Abitò in un hotel, spese tantissimi soldi, con il piede sempre sull'acceleratore. Poi trovò la sua strada di attore, ma anche quella che lo portò lontano da chi gli stava accanto solo per sfruttare l'onda mediatica. Era da poco finito il programma, uscito dalla casa, ricordo anche questa frase: "tutta la gente mi aspetta? Sono famoso? Devo prima andare a comprare i jeans e vedere la partita, cose vere».
Era un guascone «fuori e dentro il Grande fratello - spiega ancora Liorni - abbinava la fisicità alla testa. Gli autori, quando ci incontrammo nell'hotel di Roma prima dell'avvio dello show dissero che lui era fantastico. Non si rendeva conto Pietro, come gli altri concorrenti, dell'impatto mediatico del reality show». Aveva alle spalle anche «dei genitori molto attenti. Il papà - conclude l'ex inviato - gli regalò il libro "Un marziano a Roma". Pietro diceva: la tv in un attimo ti porta alla ribalta, ma in un attimo sa toglierti di mezzo». Aveva capito tutto.