Muccino, pace fatta tra i fratelli Gabriele e Silvio: querela ritirata e processo chiuso

Martedì 14 Gennaio 2020
Muccino, pace fatta tra i fratelli Gabriele e Silvio: querela ritirata e processo chiuso

Tregua, se non ancora vera e propria pace, tra Gabriele e Silvio Muccino, i fratelli del cinema italiano i cui rapporti, negli anni, si erano fatti sempre più tesi fino a sfociare in una vicenda giudiziaria con tanto di processo per diffamazione.

Oggi era in programma, davanti al giudice monocratico di Roma, il procedimento che vedeva Silvio imputato per alcune sue dichiarazioni fatte nel 2016 in cui prendeva di mira il fratello maggiore, regista pluripremiato, per i suoi comportamenti violenti. L'udienza è però durata pochi minuti: gli avvocati, infatti, hanno chiesto la parola comunicando al giudice che tra i Muccino si è giunti ad un accordo al punto che Gabriele ha ritirato la querela. Il magistrato, quindi, ha dichiarato il procedimento chiuso.

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Una «pace» scoppiata nelle scorse settimane e che sembra mettere, almeno dal punto di vista processuale, la parola «fine» alle polemiche tra i due artisti. «Il mio assistito ha deciso di ritirare la querela - ha detto Carlo Longari, legale di Gabriele -. Si è comportato da fratello maggiore chiudendo una vicenda che lo aveva molto ferito». Dal canto suo il difensore di Silvio Muccino, l'avvocato Michele Montesoro, ha affermato che «la lite tra fratelli è stata composta: adesso potranno continuare la loro professione senza dover comparire in tribunale». Pomo della discordia un'intervista che Muccino jr fece nell'aprile del 2016 nel corso della trasmissione «L'Arena» durante la quale il protagonista di «Come te nessuno mai» descrisse il fratello maggiore come «una persona violenta» e raccontò particolari privati sostenendo che Elena Majoni, ex moglie del regista, era stata vittima di «violenze domestiche» da parte dell'autore dell'«Ultimo bacio».

Per quelle affermazioni Gabriele ha presentato una querela a piazzale Clodio per diffamazione e il 25 maggio scorso il gup, accogliendo le richieste del pm Antonio Calaresu, aveva rinviato a giudizio Silvio. Muccino junior accusò il fratello, che non era presente in studio durante l'intervista, di «avere colpito nel 2012 con uno schiaffo la moglie Majoni perforandole il timpano». Silvio affermò, inoltre, che l'allora moglie del regista spesso gli raccontava «che lui veniva alle mani» con lei. E ancora: «Ci sono stati ripetuti episodi di violenza domestica. Un'estate poi eravamo nella casa di campagna di Gabriele, lui era nervoso e andò in camera da Elena. Quando mi avvicinai alla porta la vidi uscire con una mano sull'orecchio e le lacrime agli occhi. Non sentiva più niente: uno schiaffo le aveva perforato un timpano e ha dovuto subire una timpano-plastica per riacquisirne in parte l'uso». Su questo episodio, in particolare, il fratello minore del regista aggiunse di avere detto il falso ai pm: «Sono stato indotto a mentire e ho negato questo schiaffo davanti ai pm. La mia famiglia ha fatto figurare che fosse un incidente avvenuto in piscina. E alla fine io ho reso falsa testimonianza. Era una mia responsabilità e scelsi la mia famiglia anziché la verità, non me lo sono mai perdonato, avevo 24 anni e feci crac».

Ultimo aggiornamento: 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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