Lillo & Greg supereroi tutti da ridere nel nuovo spettacolo "Gagman"

Lunedì 27 Gennaio 2020 di Chiara Pavan
Lillo e Greg in "Gagman" in scena al Goldoni di Venezia e al Verdi di Padova

VENEZIA I supereroi sono molto divertenti, soprattutto se finiscono intrappolati nello sguardo surreale e sulfureo di Lillo & Greg. Così Greg può trasformasi in Elastiman, l’uomo che non sa allungarsi ma possiede «una supermira nel lanciare gli elastichettii». E Lillo può acquisire i poteri del bradipo diventando l’essere più lento al mondo. «I supereroi sono l’epica moderna - ride Lillo - e come tutti i personaggi mitologici e invincibili sono divertenti da parodiare. Basta trasformare i loro poteri in qualcosa di assurdo, di inficiante. La risata è immediata. Come Saetta, che fa 5000 km in un secondo ma poi ha il fiatone». O Normalman, l’uomo senza qualità che grazie ai superpoteri diventa “normale” e fa cose normali, come aiutare gli anziani ad attraversare la strada. Benvenuti nei “fantastici sketch” di “Gagman”, lo show di Lillo & Greg atteso nella stagione dello Stabile il 7 e 8 febbraio al Goldoni di Venezia, e il 14 e 15 febbraio al Verdi di Padova. Un “varietà” popolato «di nuovi sketch, per lo più inediti, e di classici che non facevamo da una vita» spiega Lillo, alias Pasquale Petrolo che con l’amico Greg (Claudio Gregori) condivide la scena da più di 25 anni senza cedimenti: televisione, cinema, cinepanettoni, e poi teatro e soprattutto la radio, con lo scoppiettante e feroce “610” su Radiodue che da più di 16 anni sa reinventarsi con ironia dosando uno sguardo velenoso sulle nevrosi dell’uomo di oggi
Il vostro must è svelare la meschinità umana.
«Ci piace, sì: l’essere umano è un mix di meschinità e coraggio, cattiveria incalcolabile e generosità inaspettata. Chiunque di noi ha fatto una cosa gretta e meschina nella vita, fa parte del nostro dna. Ma questa meschinità è anche comica e fa ridere. Basta pensare alla commedia degli anni Sessanta: i personaggi di Sordi erano gretti e meschini, ma ci si riconosce».
Come nascono i vostri sketch? Dall’osservazione diretta o lavorandoci a tavolino?
«Dalle osservazioni, da impressioni, da cose che vedi ogni giorno e che ti rimangono impresse. Poi ci lavoriamo su, e improvvisiamo molto». Alla radio i vostri personaggi crescono sempre: dal grande capo Estiqaatsi alle pubblicità degli “Acazzari”, i tatuatori che non sanno disegnare, le mamme disperate, le filosofe coatte, i poeti gradassi... «”610” è un microcosmo parallelo fatto di personaggi: ci sono politici, attori, cantanti, scienziati che non esistono nella vita ma esistono nel nostro mondo e sono la proiezione e la caricatura di quelli veri».
Difficile mantenere tutto così vivo dopo più di 16 anni?
«Sì, è complicato, siamo un programma giornaliero e c’è il rischio dei déjà-vu. Abbiamo anche un limite, quello dettato dallo stile: la nostra è una comicità particolare, definita, e cerchiamo di essere il meno ripetitivi possibile. Divertendoci pure noi».
Tra poco debuttate al cinema col vostro primo film, “Dna (Decisamente non adatti).
«Sì, uscirà il 30 aprile,. Ci siamo arrivati un po’ alla volta: il cinema si fa in gruppo, ma il lavoro del regista, fondamentalmente, è quello di rispondere alle domande avendo le idee chiare. La storia di “Dna” è legata proprio al dna: c’è lo scienziato Gref che vuole provare un esperimento su di me, cambiandomi il codice genetico. Una specie di passaggio di caratteri. La cosa divertente è che si tratta di una comedy che sconfina nel fantasy».
Il vostro duo funziona da quando vi siete conosciuti alla casa editrice Acme di Roma come autori di fumetti comici. Come fate a resistere?
«Abbiamo avuto la fortuna di fondare la nostra coppia nella totale libertà espressiva di ciascuno. Altrimenti è impossibile sopravvivere. È una questione di spazi, di aria. Nel nostro caso è stato quello di fare cose diverse, senza dipendere troppo l’uno dall’altro».
E lei cosa avrebbe fatto se non avesse incontrato Greg?
«Volevo diventare un fumettista umorista, anche se come disegnatore ero mediocre. Magari mi sarei adattato alla crisi del fumetto di quegli anni e sarei diventato autore. Non avevo la passione per la recitazione, talento che non sapevo di possedere. Invece, come attore conosco istintivamente i tempi comici, mi viene tutto naturale e immediato. E non ho frequentato scuole. È come avere orecchio per la musica. L’ho scoperto per caso: mi sono buttato sul palco con Greg e ho visto che questo talento era superiore a quello del disegnatore. Se non avessi fatto questa prova, non me ne sarei mai accorto».

Ultimo aggiornamento: 19:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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