Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Un delitto e molto spasso: Ozon diverte
Francia padrona: altri tre film pregevoli

Giovedì 27 Aprile 2023

Di François Ozon escono due film in poco tempo. Non è del tutto una sorpresa: regista prolifico, può succede che con la distribuzione italiana, che ben conosciamo, si finisca quasi per sovrapporre i suoi ultimi lavori. Che hanno, come capita spesso con il regista francese, registri diversi, ma che rincorrono sempre un’idea di cinema al tempo stesso autoriale e popolare, capacità che lo rende apprezzato da tanti. È ora in sala “Mon crime – La colpevole sono io”, mentre il 18 maggio uscirà “Peter Von Kant”, in realtà la sua penultima fatica, passata alla Berlinale dello scorso anno: il primo è un’effervescente, sarcastica commedia sul comportamento umano; il secondo un dramma ispirato a un celebre lavoro di Fassbinder (“Le lacrime amare di Petra Von Kant”), cui molto del cinema di Ozon è debitore. Nella Parigi anni ‘30, a ridosso del passaggio del cinema al sonoro, una giovane aspirante attrice, del tutto squattrinata, che condivide l’appartamento con una coetanea da poco avvocatessa, è accusata di aver rubato a un produttore una ingente somma di denaro, ma soprattutto di averlo ammazzato, sparandogli. Al processo, rea confessa, Madeleine, sorretta proprio dall’amica, viene clamorosamente assolta, dimostrando di essersi difesa da un tentativo di stupro, diventando così in poco tempo paladina di tutte le donne e dei loro diritti. Ma è davvero la vera assassina? Traendolo dalla pièce teatrale di Georges Berr e Louis Verneuil, già trasportata altre volte sullo schermo, Ozon si diverte a dimostrare come la verità sia la necessità minore per una società infingarda e sciocca, dove a maggior ragione se il risultato produce un effetto benefico (Madeleine diventa ricca e famosa) può tranquillamente essere perfino un fastidio; e che ognuno ha un prezzo per nasconderla definitivamente. Scritto con la consueta intelligenza dallo stesso regista di “8 donne e un mistero” e “Potiche”, per restare in sintonia con la sua brillante carriera, “Mon crime – La colpevole sono io” è un’operazione quasi wilderiana sull’inganno, dove, burlando la giustizia, affiorano i temi cari all’autore (il ribaltamento delle apparenze, la variabile sessuale, l’emancipazione femminile, lo sberleffo sociale), oltre a giovarsi del solito irresistibile cast (da Luchini alla Huppert, da Dussolier alla protagonista Nadia Tereszkiewicz), in una girandola di battute smaglianti orchestrate in situazioni che affiorano dal secolo scorso all’oggi, caso Weinstein in primis. Giocando sul tema della rappresentazione (il bianco-nero per il “muto” dell’epoca, lo svelamento del set, il teatro finale) e quindi della “verità”, Ozon usa la caricatura per sovvertirne l’esito, mostra come ogni liberazione possa contenere altrettanti misfatti, e dirige un divertissement scoppiettante, titoli di coda compresi. Voto: 7.

TRE PERSONAGGI, UNA STORIA - A Clermont-Ferrand Mederic si innamora di una matura prostituta, Isadora. Nel frattempo scoppia un attentato e Mederic trova sotto casa un ragazzo senza tetto, che chiede aiuto e ospitalità. Selim, temuto come terrorista, non ci mette troppo tempo a installarsi in casa, avviando una conoscenza sempre più intima con Isadora e Mederic. Una ronde di personaggi ristretta, per corpi e anime sole in cerca di affetto e sesso, in una società confusa e ansiogena: con “L’innamorato, l’arabo e la passeggiatrice” Guiraudie conserva il suo lato corrosivo, dosando una commedia umana che a tratti diverte, mettendo a fuoco la paura, l'ansia e le divisioni di un Paese. E la scena erotica nel confessionale di una chiesa vale il Guiraudie più provocatorio. Titolo italiano da dimenticare. Voto: 7.

UNA TRAGEDIA EPOCALE - I 5 giorni seguenti all'attentato parigino del Bataclan trovano con Cédric Jimenez l'adrenalinica ricostruzione delle indagini affidate alla squadra diretta da Jean Dujardin e Sandrine Kiberlain, della quale seguiamo ogni passo, senza disperdere un attimo della tensione, grazie anche al formidabile montaggio di Laure Gardette. Probabilmente "November - I cinque giorni dopo il Bataclan" potrà sembra un qualcosa di già visto e non è una sensazione sbagliata, tuttavia forse era dai tempi della saga di Bourne che non si assisteva a qualcosa di così tellurico e compatto e al tempo stesso sfuggente, potente e al tempo stesso fragile come la ricerca dei colpevoli, da non lasciare indifferenti. Voto: 7.

PARIGI, DI NOTTE - Nella Parigi degli anni '80 Elisabeth vive separata con i suoi due figli ormai adolescenti. In cerca di lavoro, finisce col diventare centralinista in una radio durante un programma notturno di dialogo con gli ascoltatori. Proprio una di essi, invitata una sera all'emittente, è una ragazza sbandata senza fissa dimora, che Elisabeth inizia a prendere sotto la propria protezione, portandola a casa e cercando di darle una speranza per il futuro. "Passeggeri della notte" è un film notturno, fatto di silenzi e sguardi, atmosfera e impressioni che il parigino Mikhaël Hers dirige con grande sensibilità, come in attesa di un'alba che porti un po' serenità a tutti, anche se le strade appena intersecate sono destinate probabilmente a dividersi nuovamente. Bravissimi tutti gli interpreti, dove chiaramente spadroneggia Charlotte Gainsbourg. Voto: 7.

Ultimo aggiornamento: 23:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA