Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

La stanca nostalgia di Avati
Ma nemmeno tra le ostriche manca la noia

Venerdì 5 Maggio 2023

Recensioni flash

Di “La quattordicesima domenica del tempo ordinario”, ultimo film di Pupi Avati, si potrebbe dire che l’unica cosa salvabile è il titolo, un giudizio forse troppo lapidario. Ma non sbagliato. Se è giusto portare rispetto per un regista che nella sua carriera ha saputo ritagliarsi una sua autenticità, con qualche titolo, specie in campo horror più che apprezzabile, non si può nascondere la modestia di questa storia di amicizia e tradimento, speranze e disillusioni, a cominciare da una voice over iniziale che è già il sintomo di una narrazione stanca, obsoleta, quasi rassegnata nei tempi e nei modi, che nemmeno gli interpreti sono in grado di riscattare. Sì certo la malinconia, il ricordo, lo struggente trascorrere degli anni che ci cambiano. Ma non cambiano il film. Con Gabriele Lavia, Edwige Fenech, Lodo Guenzi e Massimo Lopez. Voto: 4.

RITORNO A CASA - D’inatteso ritorno dall’Australia, il giovane Brian (il lanciatissimo Pau Mescal) ritrova la famiglia in un villaggio di pescatori irlandese, dove la madre Aileen (la bravissima Emily Watson) lavora in una fabbrica di allevamento di ostriche. I rapporti, mai sereni, anche con il padre rappresentano immediatamente uno scoglio, ma la situazione precipita quando Aileen è chiamata a compiere gesti e testimonianze che moralmente le pesano come macigni. Un film di struggente malinconia e asprezza, ma anche un racconto chiuso in situazioni e sviluppi convenzionali e programmati da una sceneggiatura che non semina mai una sorpresa, compreso l’uso del paesaggio. La regia di Saela Davis e Anna Rose Holmer adegua “Creature di Dio” a tutto ciò che ci si aspetta. Voto: 5,5.

APRITE QUELLA PORTA - Suzume una ragazza di 17 anni ha un incubo nel quale una bambina cerca la madre. Svegliatasi incontra per strada un ragazzo, restandone affascinata. Nel seguirlo, trova la prima di tante porte, che spalancano su altri mondi. Non senza fascino e momenti di meraviglia, l’animazione di Shinkai ha solo il difetto di durare un po’ troppo e di ripetere più volte la scena più minacciosa, ma siamo dalle parti di “La città incantata” e ovviamente Miyazaki. Voto: 7.

Ultimo aggiornamento: 16:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA