Dal 27 aprile Valentino ha riaperto in Piemonte, Toscana, Veneto , i laboratori artigianali e alcuni degli impianti produttivi dedicati ai prototipi di abbigliamento, pelletteria, calzature, ovviamente con la garanzia della massima sicurezza per i lavoratori. E via via stanno riaprendo le “officine di moda” dalle quali dovranno uscire nuovi modelli, nuove proposte, soprattutto la nuova strategia che il dopo-coronavirus suggerirà.
Abbiamo avuto due mesi per pensare al dopo, soprattutto a convincerci che ci sarà un dopo: sembrerebbe che ora finalmente quel dopo si materializzi con il ritorno a una “normalità” che di “normale” - almeno nei primi tempi - avrà ben poco. In due mesi di “silenzio”, dal chiuso delle case in cui siamo rimasti rintanati , sono partiti messaggi ininterrotti, a volte semplici tentativi di “farsi vivi”, invenzioni, dialoghi , pause virtuali nei “caffè” o nelle happy hours partoriti dalla fantasia di agenti pubblicitari, giornaliste di moda, stilisti in quasi quiescenza o in traiettoria di arrivo... dove?
Il mondo informatico che ha reso possibili questi scambi di battute destinati a raccontarci una ricetta di cucina, una scelta di abito particolare da sfoggiare in casa ovviamente davanti al video, interviste che a volte pervengono divertenti a volte ovvie, a volte con un vago sapore di esibizionismo gratuito che evoca odor di muffa evidenziando il tempo fermo di ognuno.
I più intervistati sono stati ovviamente i “generali” della moda, gli imprenditori che insieme compongono un manipolo di condottieri dai quali dipenderanno le sorti dell’intero comparto della moda, uno tra i più colpiti sia nell’ambito creativo che in quello della produzione e distribuzione dalla pandemia che ci ha paralizzato tutti. . Qualcosa cambierà?
Giorgio Armani per primo ha invitato i colleghi a rivedere ...tutto, proponendo - con una lettera inviata a MGM - in risposta alla critica pesante che gli Americani ci rivolgevano, accusandoci di cattiva strategia produttiva, di sovrapproduzione di capi che non teneva più conto del rapporto tra stagione metereologica e stagione commerciale , critica in gran parte condivisa dallo stilista di via Borgonuovo che ha invitato il mondo della moda tutto a una ripartenza che comporti la rinuncia a certe consuetudini deprecabili, come l’ eccessiva spettacolarizzazione della moda. “Dobbiamo tornare - ha detto Armani - a valorizzare gli abiti che le persone vorranno meno “fuggevoli” ma più duraturi nel tempo”.
Ritorno alle origini? Con il dovuto rispetto per le nuove tecnologie e per le innovazioni divenute ormai storia nella produzione di abbigliamento, pare che nei quartieri generali della moda sia questo uno dei primi pensieri per tornare a.. riveder le stelle...
Ultimo aggiornamento: 19:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi