Nazionale, l'allarme del ct Conte
«In Italia ci sono troppi stranieri»

Martedì 2 Settembre 2014 di Ugo Trani
Nazionale, l'allarme del ct Conte «In Italia ci sono troppi stranieri»
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«Domenica, mentre vedevo in tv tre partite, facevo un riflessione: su sessantasei calciatori in campo, c'erano solo quattordici italiani. Non è più possibile andare avanti così». Carlo Tavecchio, ospite della trasmissione Radio Anch'io di RadioRai, dice basta alla Grande Invasione. Il presidente della Federcalcio, dopo il flop dell'Italia al mondiale in Brasile, si rende conto che è il momento di parlare chiaro. La sua gaffe sugli extracomunitari ha avuto l'effetto mediatico peggiore. Nel giorno del suo insediamento, però, è lì che lui avrebbe voluto spostare subito l'attenzione dei nostri club. Va bene prendere i calciatori all'estero, ma dovrebbero essere sempre di qualità. In Inghilterra c'è una commissione tecnica che, in base alle presenze in nazionale, garantisce il via libera. Qui non accade. Il numero 1 della Figc, invece, vorrebbe che anche l'Italia studiasse il modo di rilanciare i nostri calciatori. Magari con un percorso simile a quello della Premier. Facendo contare, sempre se sarà possibile, il curriculum di chi viene acquistato fuori dai nostri confini.

DILETTANTI DA ESEMPIO

«Bisognerà sollevare il problema dal punto di vista tecnico-giuridico: nei ventotto Paesi dell'Ue, per effetto del principio della libera circolazione della mano d'opera, non si può intervenire» spiega Tavecchio. «Undici giocatori comunitari su undici possono giocare. Diverso è con gli extracomunitari. Noi riceviamo una quantità industriale di questi giovani che vengono poi collocati: molti hanno fortuna, altri meno. Non credo che sia possibile porre limiti all'Europa, sebbene nei trattati di Nizza si fosse parlato di modifiche. Bisognerà intervenire dal basso. La Lega Dilettanti sta creando diciannove centri federali per poter offrire il bacino d'utenza di settecento mila giovani in maniera razionale e facendo sì che le società professionistiche, pur mantenendo i propri settori giovanili, possano attingere campioni dai centri federali».

POCA SCELTA

«Mi piacerebbe avere una rosa di giocatori che siano anche titolari nelle rispettive squadre di club». Proprio come il suo predecessore Cesare Prandelli, anche Antonio Conte vede solo stranieri in serie A. Il gruppo azzurro, per mancanza di protagonisti, diventa quasi sempre scontato. Tra i 6 attaccanti convocati, solo El Shaarawy nel Milan e Zaza nel Sassuolo sono partiti dall'inizio alla prima giornata del torneo. «La situazione non è semplice. Ho visto squadre con zero italiani in campo dall’inizio».

Il ct, in tribuna sabato sera all'Olimpico, si riferisce alla Fiorentina. E dei 14 utilizzati da Montella, solo l'ultimo mandato in campo, Aquilani, sarebbe stato convocabile. Per la cronaca ha poi chiamato il panchinaro Pasqual. Una curiosità: Conte è andato per ora nei ritiri di 5 squadre. Che al primo turno hanno messo in campo solo 11 titolari italiani: Roma e Milan 4 (e Cristante è andato al Benfica), Lazio 2, Inter 1 e Fiorentina 0. «Questo non facilita il mio compito. E’ giusto che si facciano delle riflessioni, c’è bisogno che qualcuno metta me e le nazionali giovanili nella condizione di avere più calciatori italiani a disposizione. Ho fatto presente a gran voce questo tipo di situazione che è sotto gli occhi di tutti. Mi aspetto una grossa mano, perché se andiamo avanti così c’è il rischio di diventare una brutta cosa». Tavecchio si prepara alla «stagione delle riforme». Quelle che aspetta Conte: «La Nazionale deve fare da traino, ma bisogna metterla nelle condizioni di riuscirci. Vedere le partite delle prime sette con pochissimi italiani è veramente allarmante. Bisogna dare più spazio ai nostri calciatori, farli maturare e tornare ad allevare dei campioni. Mi è stato assicurato che si cercherà di aiutare tutto il movimento, parlo anche delle nazionali giovanili. Anche nei vivai ci sono tanti stranieri».


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