Maracanà in delirio:
Messi guida l'Argentina

Domenica 13 Luglio 2014 di Ugo Trani
Maracanà in delirio: Messi guida l'Argentina
Il Maracanà incorona, nel pomeriggio di Rio, la migliore del pianeta. Con la finale non annunciata ma sicuramente giusta di questa ventesima edizione: la Germania e l'Argentina, fin qui regolari nel percorso, meritano di giocare per il titolo. L'Italia, esclusa senza alcun alibi già alla prima fase, sarà in campo con l'arbitro-centravanti Rizzoli, incaricato dalla Fifa, tra le solite e scontate polemiche, di dirigere il derby mondiale tra l'Europa e il Sudamerica: inizio alle ore 16 (le nostre 21).



STORIA E FASCINO

Non è la prima volta tra queste due nazionali. Sarà la terza. Nella prima sfida, a Città del Messico nell'86, coppa alzata dagli argentini e seconda per loro dopo quella del '78 a Baires contro l'Olanda: 28 anni fa, dunque, l'ultima festa mondiale. Nella seconda, a Roma nel '90, trofeo ai tedeschi e terzo per loro dopo quelli del '54 a Berna contro l'Ungheria e del '74 a Monaco contro l'Olanda: attesa che dura, dunque, da 24 anni. Ma la Germania ha il più ricco palmares del reame: oltre ai 3 titoli, altre 5 finali (ora 8 in tutto), e anche 5 semifinali. Con Joachim Loew, terzo in Sudafrica quattro anni fa (e anche da vice di Klinsmann nel 2006 in casa) e secondo a Euro 2008 in Austria, cerca il primo successo con la sua Mannschaft. Il ct tedesco avrebbe lasciato se fosse uscito con l'Algeria agli ottavi. Resterà fino all'Europeo in Francia nel 2016. Va via, invece, Alejandro Sabella, a prescindere dal risultato: futuro svelato dal suo manager che lo ha fatto arrabbiare per aver dato l'annuncio prima della finale. La prima per il ct argentino, proprio come per il collega, la quinta per l'Albiceleste.



COPIONE DI QUALITA'

La Germania esporta in Brasile il nuovo calcio totale d'Europa. Con l'amplificazione del possesso palla che Klinsmann, prima di lasciare all'amico Loew, scelse già per il biennio che ha preceduto il mondiale 2006, e che comunque pure i club praticano da tempo e non solo oggi che Guardiola lavora in Bundesliga; con i giocatori intercambiabili nei ruoli (e in corsa), da Muller a Lahm, passando per Kroos; con l'organizzazione che chiama sempre in causa i tre settori e mai separatamente e con la qualità dei singoli. In più la continuità: solo Hummels e Howedes, tra i titolari, non parteciparono all'avventura del 2010 in Sudafrica. I tedeschi, ora celebrati per il 7 a 1 alla Seleçao di Scolari, lavorano fin dall'inizio del torneo per alzare la quarta coppa della loro storia. Si presentano con il miglior attacco, 17 reti contro le 8 dell'Argentina, e con 8 marcatori diversi. Difensori, centrocampisti e attaccanti: Hummels, Khedira, Kroos, Goetze, Schurrle, Klose, Meller (miglior realizzatore con 5 gol) e Ozil.



OLTRE IL SINGOLO

L'Argentina, per competere, si spacca invece in due. I suoi attaccanti di primissimo piano, separati dal resto del gruppo: se i tedeschi attaccano in 6 o anche in 7, loro si limitano a puntare forte su 2 o 3 individualità. Da scegliere, oltre a Messi, tra Higuain, Lavezzi, Aguero, Di Maria e Palacio. Sabella agli altri chiede attenzione e collaborazione. La fase difensiva funziona: 3 reti subite (4, invece, i tedeschi). Romero non è Neuer, ma non prende gol da 3 partite (373 minuti d'imbattibilità) e in 4 su 6 del mondiale non ne ha incassate. Nonostante l'atteggiamento prudente, gli argentini tirano più dei tedeschi che restano più precisi: 97 conclusioni (34, però, fuori) contro 88 (24 fuori). Lasciando spazio solo al reparto avanzato è quasi normale che abbiano segnato solo in 4: Messi (4 gol, la metà di quelli realizzati dalla sua nazionale), Higuain (digiuno interrotto dopo 11 mesi: ultima rete all'Italia, il 14 agosto scorso all'Olimpico), Di Maria e il terzino Rojo. In più l'autogol di Kolasinac, il primo del torneo e proprio al Maracanà. Dove Messi vuole alzare la sua prima Coppa davanti ai brasiliani che tiferanno per la Germania, senza però poter cancellare lo storico e vergognoso verdetto di Belo Horizonte, e continueranno fino all'ultimo a vendere i biglietti agli argentini. Che giocheranno in casa. L'Europa, invece, vuole il primo titolo fuori dal nostro continente e la terza coppa di fila dopo quelle vinte dall'Italia e dalla Spagna. Pure il tris non si è mai visto.
Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 07:50