L'urlo di papà Mohamed: «Figlia mia!»

Mercoledì 26 Novembre 2014
PORDENONE - (E.M.) «Figlia mia, figlia mia!». Mohamed Barka, ventiseienne di origine marocchina, gridava sconvolto nei corridoi dell'ospedale di Pordenone quando ha saputo che la figlia di un anno era appena spirata tra le braccia dei medici che invano avevano cercato di salvarla. Un dolore lancinante per il giovane immigrato che nel terribile incidente ha perso l'intera famiglia: prima ha visto morire la moglie 24enne Ghita Khabbate poi la figlioletta Houda. A rendere ancora più straziante la vicenda è quanto si è scoperto poi: la sposa era in stato interessante, aspettava un secondo figlio.
Mohamed viveva fino a qualche tempo fa in casa con il papà Omar Barka, la mamma Seddikia e il fratello più piccolo Amine, a Poincicco di Zoppola. Casa che ha lasciato per trasferirsi con Ghita a Tiezzo di Azzano Decimo dove aveva messo su famiglia. Amine racconta cosa è successo lunedì sera: «La bambina stava poco bene e hanno deciso di portarla in ospedale per vedere cosa avesse». Poi la tragedia. «La piccola non c'è l'ha fatta - sussurra affranto Amine - mio fratello era disperato, gridava 'Figlia mia, figlia mia!' Siamo tutti sconvolti».
Mohamed nell'incidente ha riportato la rottura di alcune costole e un trauma cranico, niente in confronto allo schianto dell'anima. «Si erano spostati da due anni - prosegue nel suo racconto Amine - e si erano trasferiti a Tiezzo».
Il giovane marocchino faceva qualche lavoretto, Ghita invece accudiva casa. È ancora presto per sapere la data dei funerali. Intanto arrivano numerose le testimonianze di cordoglio ai Barka, originari di Casablanca, da cinque anni residenti a Cusano, prima ancora a Fiume Veneto, dieci in tutto in Italia, ormai pienamente integrati. Cordoglio alla famiglia anche dall'amministrazione comunale.(((mincae)))