SEGUE DALLA PRIMA

Giovedì 18 Dicembre 2014
(...) alla presenza di un esponente di primo piano del partito come Matteo Orfini: c'era un bisogno quasi fisico della base di "far sapere" a livello nazionale che Venezia vive con difficoltà questa situazione. La base dei democratici ovviamente declina questa insofferenza anche come malessere di parte e di partito, paventandone le conseguenze pure in ottica elettorale, ma in realtà è un sentimento oggi trasversale, "multipartisan".
Non è, in sostanza, una prerogativa del Pd: sia a livello politico, che economico e sociale le menti più avvedute colgono tutti i rischi di questa palude. Il segretario della Cisl veneziana Gottardello ad esempio, nei giorni caldi dello scontro con Trieste e la Serracchiani sul porto offshore, aveva già denunciato lo sbilanciamento (a tutto favore dei giuliani) della contesa: da una parte una città commissariata, dall'altra un presidente di Regione e (soprattutto) braccio destro di Renzi, che perfino a un convegno targato Pd a Mestre ha trovato il modo per sganciare i suoi siluri contro la piattaforma d'alto mare. Non solo Venezia è assente sui grandi temi del dibattito nazionale, ma si avverte la sensazione che si stiano prendendo altrove decisioni sulla testa e la pelle della città.
Ancora, sorprende (e spaventa molti) il modo in cui il commissario sta affondando il bisturi, agendo quasi in un'ottica di straordinaria amministrazione. E se gli intenti di partenza erano comprensibili - rimettere la barca in assetto a colpi di tagli per evitare l'affondamento - è innegabile che l'ampiezza delle manovre di Zappalorto ha sconcertato e scontentato larghe fette della società veneziana (senza peraltro riuscire ad allontanare lo spettro di un crac, come stiamo vedendo). Si pensi solo, ragionando su un piano istituzionale, alla rivolta delle municipalità, allo sconcerto degli esponenti delle società sportive e delle rappresentanze culturali, o anche al nervosismo dei commercianti. Dunque: peso azzerato nelle attuali dinamiche regionali e nazionali e un commissario che - come ha ben sintetizzato ieri sul nostro giornale un esponente Pd - vuole fare "l'uomo solo al comando". Altro che città metropolitana: con una nuova crisi di bilancio alle porte, Venezia guarda non senza inquietudine all'anno che verrà.
Tiziano Graziottin

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