Primarie, il Pd rallenta E la data slitta a fine anno

Sabato 20 Settembre 2014
Il Partito Democratico fissa le prime scadenze: tra quindici giorni la direzione comunale deciderà se le primarie per la scelta del candidato sindaco di Venezia saranno di partito o di coalizione. Il resto è ancora tutto da stabilire, a partire dalla data. Un «Primarie Day nazionale» è sempre più improbabile, a causa delle diverse esigenze delle regioni al voto. Di conseguenza il Pd veneziano, che non ha ancora iniziato a elaborare il regolamento, potrebbe scegliere di posticipare le consultazioni in città a dicembre, o anche a gennaio.
E anche se ormai erano rimasti pochi dubbi, una cosa è certa: le primarie si faranno. A metterlo nero su bianco è un documento che è stato votato ieri sera da un'affollattissima Direzione comunale, radunata in via Cecchini per cominciare a discutere i punti del programma e dei prossimi stati generali.
«Una direzione positiva che ha messo al centro la discussione sui temi politici - spiega il segretario comunale Emanuele Rosteghin - Abbiamo votato un documento che riassume le priorità del Pd e con il quale, nei prossimi giorni, ci confronteremo con la città. Temi che vanno dalla sicurezza, alla rigenerazione e al lavoro, con un'attenzione particolare a Porto Marghera. E proprio in questo documento diciamo in modo esplicito che le primarie si faranno e che saranno gli organi dirigenti, nei prossimi giorni, a studiarne il percorso».
Partendo da questo documento il Pd ha quindici giorni per confrontarsi con le civiche e le altre forze politiche, per poi decidere se ci sono i presupposti per le primarie di coalizione. E proprio su questo tema ieri sera l'ex consigliere comunale Jacopo Molina ha presentato un documento in cui ribadisce la sua posizione e chiede che «sia dato mandato al Segretario comunale di attivarsi affinché vengano indette le elezioni primarie di Partito per la scelta del candidato Sindaco di Venezia e dei candidati alla presidenza delle Municipalità». Il documento, sottoscritto da una ventina di persone, sarà votata tra quindici giorni dalla direzione.
Da regolamento, infatti, per candidarsi a primarie di partito è sufficiente la firma del 10% dei membri della direzione. Per candidarsi alle primarie di coalizione invece serve un sostegno del 35%. Va da sè che in questo secondo caso il Pd riuscirebbe ad esprimere al massimo due candidati, numero che con le primarie di partito potrebbe invece raddoppiare, lasciando spazio anche a correnti minoritarie. In direzione qualcuno ieri si è già espresso a favore ma la maggioranza esprime perplessità. Dall'ex vicesindaco Sandro Simionato che sostiene sia necessario prima «capire quali sono le condizioni e incontrare le altre forze politiche per confrontarsi sul nostro programma». A Gianluca Mimmo dei civatiani che chiede di non trascurare il valore delle civiche. «Prima di decidere se le primarie saranno aperte o chiuse dobbiamo definire la coalizione» dice Alessandro Maggioni. E concorda Andrea Ferrazzi che aggiunge: «Di certo però il Pd non dovrà correre da solo alle elezioni. Serve una coalizione coesa sui contenuti». A sottoscrivere invece la proposta di Molina c'è anche Matteo Montagner, vice segretario regionale dei Giovani Democratici: «Meno tattica e più politica, voglio un PD che coraggiosamente si misura con la Città».
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