Palomar si sdoppia per salvare i posti

Sabato 1 Novembre 2014
Un'azienda in fase di ristrutturazione, che in base alle mutate esigenze del mercato differenzierà la propria attività. E di fatto si dividerà in due: un centinaio di dipendenti rimarranno alla Palomar, che si occupa di manutenzioni chimiche in area industriale da quando ha rilevato l'attività della Lab-Co, la storica azienda veneziana che lavorava a Porto Marghera. L'altro centinaio di dipendenti si specializzerà nelle nuove tecnologie edili e antisismiche, un settore molto più competitivo. Ieri pomeriggio un incontro nella sede di Confindustria tra l'amministratore unico Francesco Benetello e le rappresentanze sindacali. Benetello ha spiegato il motivo della scelta - quella di non mantenere un'unica struttura - nel "rischio di una insufficiente flessibilità verso le attuali condizioni di mercato e di conseguenza la probabilità di incorrere in uno stato di crisi con le conseguenti riduzioni della forza lavoro".
«Con la cessione delle attività non appartenenti al proprio “core business” Palomar intende rafforzare la propria azione volta al mantenimento dei livelli occupazionali - ha spiegato Benetello - certa di poter contare anche sul fattivo appoggio delle proprie organizzazioni sindacali per far sì che gli investimenti caratteristici sull'area di Marghera ed a Venezia non spingano il mercato a condizioni incompatibili, non solo con il mantenimento dei livelli occupazionali, ma anche con l'irrinunciabile conformità alle norme in materia di sicurezza ed ambiente».
Di tutt'altro avviso i sindacati, però. Luca Trevisan, segretario generale Fiom, è molto scettico: «Vogliono creare una nuova società e far diventare la Palomar una bad company. Gli appalti sulla manutenzione chimica già vinti da Palomar si concluderanno tra qualche mese, questo tipo di attività è in fase di riduzione dappertutto e anche se fossero rinnovati occuperebbero solo un terzo della forza lavoro - spiega Trevisan -Per cui si genererebbero comunque degli esuberi. Nei giorni scorsi abbiamo incontrato il commissario Vittorio Zappalorto, che si è dimostrato molto attento al problema e gli abbiamo chiesto un tavolo di confronto con i vertici della Mantovani, della Palomar e della Regione per affrontare il problema. Le rassicurazioni fornite dall'amministratore delegato sono secondo noi senza alcun fondamento perchè non ha risposto sulle prospettive di commesse future».
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