L'ombra delle ecomafie si allunga sulla provincia

Sabato 29 Novembre 2014
L'ombra delle ecomafie si allunga sulla provincia
Nel 2012 si sono registrati 40 incendi dolosi, di cui sei nella provincia di Venezia, che hanno coinvolto impianti o siti destinati al trattamento dei rifiuti, a cui si aggiungono fenomeni intimidatori nei confronti di amministratori e funzionari pubblici, anche in epoca recente. A Mira c'è una concentrazione di diossine altamente inquinanti, in una zona di Murano si utilizzano l'arsenico, il piombo e il cadmio per la produzione del vetro e le persone iniziano ad accusare malesseri.
Sono alcuni preoccupanti episodi segnalati dall'Arpav alla Commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti (ecomafie) che ha appena terminato la sua missione a Venezia e presentato il suo operato. Tre giorni di audizioni in laguna dove, tra gli altri, sono stati uditi anche il presidente della Regione Luca Zaia, il procuratore di Venezia, l'Arpa, i rappresentanti del Consorzio Venezia Nuova, la Capitaneria di Porto e la Guardia di Finanza. Al centro dell'interesse dei parlamentari che hanno visitato Porto Marghera c'è il tema delle bonifiche e le gestioni illecite dei rifiuti su cui è stata raccolta una documentazione che presto si trasformerà in dossier.
Ad oggi, non si registrano infiltrazioni di tipo «mafioso» nel senso stretto del termine ma reati «spia» che, se non fermati, potrebbero espandersi. Un esempio citato nel veneziano è l'arresto dell'ex dirigente generale della Direzione tutela ambiente in Regione Fabio Fior, ma tra i casi veneti più preoccupanti il presidente della commissione, l'onorevole Alessandro Bratti (Pd), tira in ballo il Gruppo Rossato e il Gruppo Ecolando, entrambi padovani. «Nel settore rifiuti si guadagna molto rischiando poco e questo apre un'autostrada alla criminalità e alle imprese spregiudicate che operano "borderline" - ha detto Bratti - il reato ambientale oggi è punito solo con contravvenzioni ma stiamo lavorando ad un progetto di legge governativo che lo inserisca nel codice penale». Aperto un «focus» sulla bonifica di Porto Marghera: i parlamentari hanno annunciato l'intenzione del governatore di creare una società di scopo tra regioni e comuni per gli interventi sulla zona di bonifica e licenziare il nuovo «Piano rifiuti» prima della fine legislatura. La commissione inoltre, è allarmata per l'assenza di un impianto di smaltimento dell'amianto, il traffico illecito di materiale ferroso, l'assenza di un'azienda che smaltisca pvc (cloruro di polivinile) dopo il fallimento della Vinyls e situazioni già conosciute, come la presenza degli inerti (rifiuti pericolosi) in A4 e i 67 fusti fosfogessi radioattivi a Marghera.
Giorgia Pradolin

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