L'illegalità spinge i negozi nel baratro Venezia maglia nera

Giovedì 27 Novembre 2014
A Venezia i dati di un'indagine Eurisko, condotta per conto di Confcommercio, sono più che eloquenti e dicono che per le attività commerciali veneziane nei 5 anni di crisi economica che vanno dal 2008 al 2013 i livelli di sicurezza sono peggiorati con episodi di abusivismo, furti e diffusione di prodotti contraffatti che assieme alle tangenti rendono la nostra provincia la peggiore tra le province del Veneto.
Rispetto all'inizio della crisi, il 33% del peggioramento viene attribuito ai fenomeni di tangenti negli appalti (contro il 28% della media nazionale), ai furti (73% sul 68%), all'abusivismo (61% contro il 55%), alla contraffazione (56% sul 52%), mentre rapine e usura in linea con la media italiana. Per i veneziani intervistati, le estorsioni contribuiscono al panorama dell'illegalità nella misura del 17% contro il 22% della media regionale e nazionale.
Per difendersi, la maggior parte degli imprenditori veneziani ricorrono a sistemi di videosorveglianza (il 58% sul 50% della media nazionale), ma la soluzione più efficace sarebbe la certezza della pena, e qui la percentuale ?venezianà di chi la invoca è davvero alta rispetto al resto d'Italia: 66%, cioè 8 punti percentuali in più rispetto alla media italiana, due in meno rispetto a quella veneta, mentre al primo posto tra le misure da adottare, gli imprenditori individuano una maggiore presenza delle Forze dell'Ordine sul territorio.
«C'è bisogno di legalità, in questo Paese - ricorda Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Unione Venezia - C'è voglia di legalità da parte di chi lavora dalla mattina alla sera, onestamente, e si aspetterebbe un minimo di protezione al posto dei proclami fatti in una campagna elettorale permanente dove si promettono tagli agli sprechi per poi alzare le tasse e abbassare la scure sulle Forze dell'Ordine, su quegli stessi uomini che sono chiamati a proteggerci (con mezzi risicati)». «La sicurezza, il decoro urbano, il rispetto delle regole e della legalità devono essere gli obiettivi principali di ogni progetto che oggi riguardi Venezia, sia il centro storico sia la terraferma - è stato il commento della presidente della Provincia Francesca Zaccariotto - Non è solo un problema di numeri, di dati ma anche un problema di sicurezza percepita, di qualità di vita per ogni cittadino. È la sicurezza che dovrebbe essere garantita all'onesto commerciante che fa il suo lavoro a contatto con il pubblico, dietro un banco o una vetrina; dell'autista dell'autobus, ma anche degli stessi agenti di polizia che devono essere messi nelle condizioni di poter intervenire e di poter applicare le leggi che già ci sono».
«L'attività di prevenzione non è sufficiente - ha aggiunto il prefetto Domenico Cuttaia nel suo intervento - Soprattutto per quanto la vendita di prodotti contraffatti io sposterei il problema su un contesto diverso: è il singolo individuo che va responsabilizzato a non acquistare merce da venditori abusivi per non alimentare il mercato. Poi, certo come dice il ministro Alfano servono norme precise e adeguate in questo senso».
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