Il fronte del Porto in corteo «Il Governo decida in fretta»

Mercoledì 1 Ottobre 2014
Il fronte del “No” e quello del “Sì” si sfidano a colpi di cortei sul palcoscenico lagunare. A distanza di una decina di giorni dalla manifestazione acquea che ha ribadito “No alle grandi navi” in laguna e allo scavo del Canale Contorta - Sant'Angelo, ieri un centinaio di imbarcazioni che lavorano con il turismo crocieristico hanno sfilato da punta della Dogana alla Marittima per chiedere l'immediata realizzazione di una via alternativa di accesso al porto.
Lo scavo del Contorta è il progetto più realistico e fattibile? Per i 5mila lavoratori a rischio la risposta è “sì”, ma ancor più importante è che il progetto sia la soluzione immediata su cui ha puntato gli occhi il Governo. Se vi fosse un'alternativa al Contorta concretamente realizzabile ai lavoratori del settore andrebbe comunque bene, basta che la sua realizzazione avvenga in tempi brevissimi. Il comune sentire di piloti di rimorchiatori, degli ormeggiatori, di chi guida barche gran turismo, taxi, Alilaguna, barche da trasporto e galeoni è l'urgenza di metter mano alla questione, prima che l'emorragia crocieristica verso altre città ed altri mari, come Roma e Trieste, peggiori ulteriormente. La manifestazione è stata organizzata dal Comitato Cruise Venice ed il suo presidente Davide Calderan ha chiesto con urgenza, alle istituzioni, la via alternativa di accesso al porto. «Il limite delle 96mila tonnellate in laguna previsto per il 2015 - ha detto Calderan - riduce il passaggio del 65% delle navi che oggi arrivano a Venezia e alcuni armatori stanno già volgendosi altrove per lo sbarco delle navi ammiraglie». Tra questi, ci sarebbe anche Msc e Costa Crociere che per le navi più grandi avrebbero puntato su Trieste, Genova e Civitavecchia. «Manifestazioni come quella di oggi – aggiunge Roberto Perocchio, amministratore delegato di Venezia Terminal Passeggeri – non appartengono alla normalità del nostro agire, ma la questione è diventata veramente seria ed urgente, l'anno prossimo rischiamo di perdere 160mila passeggeri». A fargli eco anche il presidente della cooperativa Ormeggiatori al porto di Venezia Francesco Schiavo: «Che venga applicato il progetto scelto dal Governo, qualsiasi dei sette sia. E solo dopo che l'alternativa è diventata realtà si può bloccare il passaggio delle grandi navi in laguna, non prima». Sulla fattibilità del progetto terminal off shore per le grandi navi alla bocca del Lido invece, ne parlerà “Venis Cruise 2.0” il 7 ottobre alle 16.30 all'Ateneo Veneto, affrontando il tema dei costi, tempi, impatto ambientale e garanzie occupazionali.
Giorgia Pradolin

© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci