Il gioco di scaricare sui giornali le fratture, i dissensi e le debolezze amministrative è vecchio come il mondo. Molti politici lo praticano da anni con disinvoltura, ma anche con una certa abilità ed eleganza. Quelle che sono invece mancate al commissario di Venezia, Zappalorto. Ieri il prefetto prestato alla politica ha diffuso una nota per smentire che il Comune di Venezia abbia mai pensato di proibire ai turisti l'uso di trolley senza ruote di gomma nella città lagunare. Peccato che la notizia fosse stata anticipata da questo giornale già da 48 ore e che il giorno prima uno dei vice commissari e il dirigente del comune preposto alla materia, avessero emesso un comunicato ufficiale in cui confermavano il progetto, rivendicando il dovere di difendere la fragilità della città «aggredita da 27 milioni di turisti». Non a caso la notizia era stata poi ripresa da giornali, siti e tv nazionali e internazionali. Senza che Zappalorto battesse ciglio. Cosa è accaduto poi? Non lo sappiamo. Forse il commissario non era stato bene informato. O forse, sull'onda delle proteste che la notizia ha scatenato, si è ricreduto e, seppur con un certo ritardo, ha preferito fare marcia indietro. Magari, più semplicemente, non aveva ben capito la questione e ha impiegato una giornata e mezzo per comprenderla appieno. Niente di strano: amministrare una città complessa come Venezia espone a queste incognite e a questi rischi. Basta saperlo, attrezzarsi ed evitare di mascherare retromarce e brutte figure con risibili smentite.
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